“Le mafie sono come un’azienda: hanno bisogno di pubblicità. Su Tik tok si fanno vedere ricchi e potenti. Quando si vede un cantante su un pick-up con un mitra di finto oro con la maglia narcos e vediamo sotto quanti like ci sono e qualcuno lo invita a fare una lezione mi preoccupo e non posso stare zitto perchè il silenzio è complicità. Quando autorizzo che da una mia opera venga tratto un film e per un’ora c’è solo violenza, qual è il messaggio?”.
Queste le parole del procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, inel corso della presentazione del rapporto ‘Le mafie nel cyberspace’, realizzato dalla fondazione Magna Grecia, a Roma. E sul fronte dei nuovi strumenti nelle mani della criminalità ha aggiunto: “Ho visto la costruzione di una banca on line che ha movimentato 3,6 miliardi di euro. Questo è il presente. Ma quale è lo stato dell’arte sul piano del contrasto? Noi siamo in difficoltà negli ultimi anni. Prima le forze di polizia straniere venivano da noi ad imparare, oggi ci chiamano per informarci che hanno ventimila nickname e file audio da controllare. Abbiamo perso know how, chi ha programmato il Paese negli ultimi 15 anni non ha avuto la visione”.