Annullato con rinvio alla Corte di Appello di Napoli il processo a carico di Francesco Laezza. Questa la decisione presa della seconda sezione penale della Suprema Corte di Cassazione nei confronti dell’imputato. Condannato a 5 anni e mesi 4 di reclusione, Laezza era ritenuto responsabile di un’estorsione aggravata dal metodo mafioso, art.416 bis 1 cp, ai danni del proprietario della pizzeria “O Curniciello” che a seguito di tale vicende e anche per le chiusure anticovid, ha definitivamente chiuso l’esercizio commerciale.
Laezza era indicato come l’organizzatore nonché la mente della vicenda criminosa. Il ricorso contro la sentenza di Appello, presentato dall’avvocato Salvatore D’Antonio, dapprima era stato assegnato alla Settima Sezione, ma a seguito di presentazione di motivi aggiuntivi dello stesso difensore, il procedimento è stato assegnato alla seconda sezione, cla quale ha completamente sposato la tesi difensiva del difensore del Laezza, annullando con rinvio a diversa sezione della Corte d’appello di Napoli per procedere con un nuovo giudizio.
Secondo le indagini condotte all’epoca dagli uomini della squadra mobile il 29enne, ritenuto vicino al clan Contini, egemone nella zona dell’Arenaccia, non solo si era ritagliato un ruolo nell’imposizione del racket ai commercianti della zona ma si era inimicato alcuni personaggi di vertice dello stesso clan Contini che mal tolleravano questa sua voglia di eccessiva autonomia. La difesa di Laezza ha sempre contestato la misura custodiale sollevando così la questione dinnanzi alla Cassazione.
