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martedì, Aprile 23, 2024
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Reddito di cittadinanza, c’è una cosa da fare per averlo:chi non lo fa è fuori

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Essere iscritti ad un centro per l’impiego. Al momento, insieme alla disponibilità di 8 ore la settimana per svolgere lavori socialmente utili per conto del comune di residenza, è l’unica condizione per poter accedere al reddito di cittadinanza. Oltre, ovviamente, a guadagnare meno di 780 euro mensili, l’introito che il governo vuole garantire a chi riceverà questo sussidio.

Compito dei centri per l’impiego sarà quello di proporre delle offerte di lavoro a coloro che riceveranno il reddito di cittadinanza. Che non sarà più erogato alla terza proposta accolta con un rifiuto. Ora, se sul piano finanziario la copertura del provvedimento rientra nell’aumento del deficit proposto dall’esecutivo, rimane tutto da valutare l’impatto di questa misura sui Cpi.

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Si tratta di comprendere -si legge su Il Sole 24 Ore – se i centri per l’impiego siano in grado di formulare delle offerte di lavoro per tutti i beneficiari di questo sussidio.

A questo scopo Infodata ha provato a calcolare quante pratiche dovranno essere gestite da ogni singolo operatore di queste strutture. Un calcolo, beninteso, svolto sulla base della situazione attuale. Al netto cioè di quella ancora non meglio definita riforma del servizio annunciata dal ministro Di Maio come corollario dell’introduzione del reddito di cittadinanza, per finanziare la quale si parla di uno stanziamento da 1 miliardo di euro.

 

Reddito di cittadinanza – Il percorso

Prima di spiegare come si è arrivati a determinare questa cifra, si può anticipare che a livello nazionale ogni dipendente impegnato in attività di front office dovrà trovare un’occupazione ad 892 persone. In questo percorso, il primo passo è stato quello di capire quanti siano gli operatori attivi all’interno dei centri per l’impiego. Un dato, quest’ultimo, che viene censito dal ministero del Lavoro. E che è disponibile all’interno del Monitoraggio sulla struttura e il funzionamento dei servizi per il lavoro 2017 redatto da Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro).

I dati affermano che lo scorso anno erano 7.934 gli operatori impegnati nei Cpi sparsi per la Penisola. Bene specificare sin da subito che i dati non tengono conto della Provincia autonoma di Bolzano, che non li ha comunicati al ministero. Di questi quasi 8mila impiegati, però, solo l’83,5% sono impegnati in attività di front office. Ovvero ricevono il pubblico. E, banalmente, dovranno trovarsi a gestire i rapporti con i beneficiari del reddito di cittadinanza. Un’utenza destinata giocoforza ad aumentare rispetto ai volumi attuali. Basti pensare che, nell’ultima rilevazione sulle forze di lavoro, Istat afferma che nel 2017 solo il 42,5% dei disoccupati ha preso contatto con un Cpi.  Inoltre bisogna tenere in considerazione il fatto che la situazione cambia, e di molto, da una regione italiana all’altra.

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