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venerdì, Maggio 3, 2024
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“Riforma del reddito di cittadinanza rigida e discriminatoria”, il presidente dell’Inps boccia Meloni

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La nuova riforma riguardante il reddito di cittadinanza, emanata dai vertici del Governo, ha incontrato alcune contraddizioni. Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, ha esposto forti dissensi sulla base del confronto tra le vecchie e le postume normative. Ciò l’ha spinto a coniare la nuova riforma come eccessivamente rigida e discriminatoria.

Lo sfogo di Pasquale Tridico

Dopo l’attuazione della riforma inerente al Reddito di Cittadinanza sono insorte alcuni attriti che hanno messo in luce la chiara disapprovazione del presidente dell’Inps: Pasquale Tridico. Fattore di principale rappresaglia ideologica è rappresentato dalla struttura previdenziale adibita dal governo. Ciò ha spronato Tridico a discutere di ciò durante l’audizione al Senato sul Decreto del Lavoro. Il presidente si appella in particolar modo al ruolo di Adi (Assegno di inclusione, ndr) e Sfl (Supporto per la formazione e il lavoro, ndr). Secondo le sue considerazioni queste nuove metodologie determinano una nuova facciata del Reddito di Cittadinanza che risulterebbe essenzialmente rigido oltre che discriminatorio. Al fine di delucidare concretamente le accuse arrecate sono necessari alcuni esempi. Se ci fosse una crisi, una pandemia o altre catastrofi legate ad ambiti divergenti il numero di beneficiari non cambierebbe. La stima dell’Adi è di 700mila nuclei.

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L’operato dell’istituto 

Altri focus messi in evidenza da Tridico in merito alle variazioni riguardanti il reddito di cittadinanza si soffermano sui controlli condotti dall’istituto nel corso degli anni. Il presidente palesa una serie di movimenti predisposti da questo: “L’istituto ha respinto nel 2019, 492mila domande e 342mila domande nel 2020, 443mila domande nel 2021 e 524mila domande nel 2022 e, nel 2023, 143mila domande nei primi 4 mesi, per un totale di 1,9 milioni di domande. Il 50% delle persone hanno ricevuto un repentino blocco ex ante. Ex post 300mila domande sono state revocate. Abbiamo quindi posto in decadenza 1 milione di domande. Di conseguenza il reddito di cittadinanza ha avuto una spesa media nel quadriennio di 8 miliardi, 565 euro la media degli assegni mensili. Ciò significa che anno per anno il reddito di cittadinanza ha favorito un numero di beneficiari sempre differente”. 

 

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