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mercoledì, Maggio 8, 2024
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Riqualifica e valorizzazione dello zoo di Napoli, scende in campo la 4A dell’ISIS Rita Levi Montalcini di Quarto

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“Siamo il team “Hakuna Matata” della classe 4A istituto tecnico “ISIS Rita Levi Montalcini” di Quarto.” Così annunciano con entusiasmo gli alunni dell’istituto Rita Levi Montalcini la loro partecipazione al progetto “A SCUOLA DI OPENCOESIONE”. In particolare si occuperemo dell’attività progettuale “Lo zoo di Napoli S.R.L”.

IL PROGETTO

Il progetto, ammesso a finanziamento, è stato denominato Zoom e si tratta di un’iniziativa volta alla riqualifica e alla valorizzazione del Giardino Zoologico partenopeo.
L’obiettivo principale è ampliare la collezione zoologica e realizzare una serie di interventi volti a migliorare l’esperienza del visitatore che, nella nuova prospettiva adottata, diventa il protagonista di un viaggio tra arte, cultura, natura e territorio.

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Il team “Hakuna Matata” si occuperà di monitorare le ricerche e i dati da siti istituzionali e da testate giornalistiche. Ma, soprattutto, informeranno, attraverso le pagine social,  sull’andamento dell’attività dell’orto botanico, del giardino zoologico e delle riserve naturali e proporranno idee migliorative.

Lo zoo di Napoli

Il team Hakuna Matata ha raccolto diverse informazioni relative allo zoo e alla sua storia, come si può leggere di seguito.

Lo zoo di Napoli è nato nel 1940 ma, a causa della seconda guerra mondiale, aprì al pubblico soltanto nel 1949 a Fuorigrotta, nell’area della Mostra d’Oltremare. Si tratta del secondo zoo aperto in Italia, dopo quello di Roma, divenuto luogo d’eccellenza e famoso in tutta Europa per ricerche scientifiche volte alla salvaguardia di specie animali a rischio di estinzione nel loro habitat naturale.

Lo zoo ha vissuto, a partire dagli anni ’80, un lungo periodo di abbandono dovuto a debiti accumulati dalla società che lo gestiva.

Ed infatti lo zoo chiuse i battenti nel 2003. Dopo il fallimento della società che precedentemente gestiva l’area ed il conseguente stato di lento degrado, la struttura è stata rilevata dall’ingegnere Francesco Floro Flores nell’ottobre 2013.

La svolta arriva quando l’azienda di Flores ha partecipato al bando POR-FESR 2014-2020 Campania aggiudicandosi un finanziamento pari a 199.999€ più altre risorse, stanziate da privati, che ammontano a 67.039 €, per un totale di 267.038 €.
A fronte di questi primi investimenti si è potuto osservare non solo una significativa rivoluzione culturale della mission aziendale del nuovo ente gestore della struttura, ma soprattutto un progressivo miglioramento dell’evoluzione dello zoo.

Un bioparco urbano all’avanguardia

Ciò testimonia un riacquistato prestigio presso i cittadini napoletani ma, per superficie e per varietà di specie ospitate, lo zoo di Napoli rappresenta una realtà di spicco anche nel panorama dei bioparchi urbani a livello nazionale. Infatti lo zoo di Napoli si estende su una superficie di 10 ettari ed ospita 105 specie animali.
Nelle varie sezioni dello zoo di Napoli, dedicate ai differenti biomi terrestri, si annoverano specie rare o in via di estinzione come: tigre di Sumatra e la tigre del Bengala bianca provenienti dall’Asia; i pappagalli delle famiglie Amazzone fonte blu, Caicco testa nera, Ara gialloblù, Parrocchetto guance verdi provenienti dalle Americhe; antilopi, gattopardi, giaguari, giraffe, ippopotami, suricati, lemuri e leoni dall’Africa; emù e wallaby dall’Oceania.

Lo Zoo di Napoli, infatti, si è occupato di temi importanti, sensibilizzando le persone sulle specie animali in via di estinzione, sui segreti e le virtù delle piante, nonché sulle buone pratiche applicate nella vita di tutti i giorni, raccogliendo i rifiuti e riciclando tutto ciò che è il possibile.

 

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