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lunedì, Maggio 6, 2024
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Omicidio a Fuorigrotta, ucciso il guardaspalle del boss Iadonisi

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È indicato come appartenente al clan Iadonisi il 42enne ucciso questa notte a Fuorigrotta. Salvatore Capone, 42enne si via Leopardi, è stato infatti colpito a morte proprio nella roccaforte del gruppo, il Rione Lauro. Un’esecuzione vera e propria che, dopo il ferimento di Vitale Troncone la mattina dell’Antivigilia, complica il già frammentato quadro delle tensioni che da mesi caratterizzano l’area flegrea. Capone, stando alle ultime informative di polizia, è indicato come particolarmente vicino a Francesco e Cosmo Iadonisi recentemente condannati. Le indagini sono affidate agli uomini del commissariato San Paolo che già in alcune circostanze avevano fermato Capone in compagnia di appartenenti al clan.

Dopo l’omicidio di Andrea Merolla (nipote di Vitale Troncone), il ferimento dello stesso boss all’esterno del bar di famiglia ecco l’ennesimo agguato che insanguina Fuorigrotta sempre più al centro degli ‘appetiti’ criminali di diversi gruppi. Un’escalation iniziata con gli omicidi di Gaetano Mercurio e proseguita con quello di Antonio Volpe reggente del gruppo del ‘Serpentone’. L’omicidio di Capone sarebbe dunque la ‘risposta’ dei Troncone ai due agguati subiti. Capone era un personaggio molto conosciuto negli ambienti di mala a Fuorigrotta: il suo ultimo arresto risale a tre anni fa quando fu catturato dagli agenti del commissariato San Paolo mentre, armato, aveva accompagnato Cosmo Iadonisi a firmare. In quell’occasione fu recuperata anche una pistola risalente alla guerra nella Ex Jugoslavia. Una cosa è certa: Fuorigrotta è ripiombata nel caos con i Troncone al momento isolati ma che avrebbero (il condizionale è d’obbligo) voluto lanciare una risposta ai rivali. Gli Iadonisi, stando alle ultime informative, sarebbero al momento molto vicini ai Sorianiello della zona detta ‘99’ del Rione Traiano.

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L’articolo precedente: Il ferimento di Vitale Troncone e la guerra di Fuorigrotta

Lotta tra la vita e la morte Vitale Troncone, il capoclan del gruppo di Fuorigrotta ferito gravemente questa mattina in via Caio Duilio davanti al bar di famiglia. Il boss è stato trasferito all’ospedale del Mare, in pericolo di vita. Sarà sottoposto ad intervento chirurgico. I colpi che l’hanno raggiunto sembrerebbero due, uno allo zigomo e uno alla gamba destra. Sicari che lo hanno colpito in pieno volto col chiaro intento di ucciderlo. Un agguato che arriva un mese dopo quello costato la vita ad Andrea Merolla, nipote dello stesso Troncone. Il gruppo di piazza Italia adesso è sempre più nel mirino dei ras che da tempo hanno dichiarato guerra per il controllo di questa fetta di città. Si tratta, e di questo gli inquirenti ne sono sicuri, di una vera e propria dichiarazione di guerra ai Troncone nonchè della possibile ed ennesima ‘risposta’ ad un altro omicidio eccellente, quello di Antonio Volpe (leggi qui l’articolo) ucciso nel marzo scorso. Questa mattina però i killer hanno alzato notevolmente il tiro colpendo al cuore il clan. Oltre a questo basti considerare un altro episodio che potrebbe svelare il ‘legame’ tra i due delitti e cioè il fatto che la pistola utilizzata dai killer per uccidere Volpe in via Leopardi fu rinvenuta qualche giorno dopo dagli uomini del commissariato San Paolo in via Brigata Bologna (leggi qui l’articolo), strada che ricade nel’area dove è forte la presenza proprio dei Troncone. Gli agenti in quella occasione sequestrarono una pistola Walther P38 calibro 9 con matricola abrasa e priva di caricatore. Potrebbe dunque esservi un legame tra i due episodi: ieri i killer hanno agito con la chiara intenzione di colpire proprio Merolla, nipote di Vitale Troncone, che ha cercato inutilmente di salvarsi dalla pioggia di piombo dei killer dietro un distributore di carburante. Lì è stato finito prima di essere stato trasportato all’ospedale San Paolo dove è morto poco dopo.

Il legame tra i delitti Merolla,Volpe e Mercurio

Oltre alla ‘pista’ Volpe bisogna considerare un altro delitto eccellente avvenuto a Fuorigrotta, quello di Gaetano Mercurio, uomo degli stessi Troncone (leggi qui l’articolo). Il ras indicato come vicino al gruppo Troncone di Fuorigrotta, rimase infatti vittima di un agguato di camorra un anno esatto prima dell’omicidio di via Leopardi. Proprio la ‘vicinanza’ al vertice del gruppo di Fuorigrotta ipotizzata come possibile movente dell’agguato: Mercurio fu centrato ad una coscia e al torace con i proiettili che gli perforarono milza e fegato. L’omicidio di Volpe potrebbe essere la più classica delle ‘risposte’ armate a quel delitto: per il momento solo un’ipotesi che è balenata nelle menti degli investigatori a poche ore dal delitto del ‘Serpentone’ (come viene comunemente chiamata via Leopardi). Un’ipotesi però già anticipata da Internapoli (leggi qui l’articolo).

Il ruolo di Volpe negli assetti di Fuorigrotta e l’omicidio Mercurio: i Troncone sotto attacco

Una pista che si basa sul ruolo di Volpe negli equilibri criminali della zona (non a caso viene indicato come il reggente di un proprio gruppo, i Baratto-Volpe) e sul fatto che il 77enne, anche se da tempo era uscito dai radar delle forze dell’ordine, potrebbe essere stato a conoscenza dei motivi dietro l’esecuzione di Mercurio e aver addirittura mediato tra opposte fazioni. Dietro tali ipotesi l’ombra di un potente clan del rione Traiano la cui forza sarebbe cresciuta esponenzialmente negli ultimi mesi: un gruppo ben strutturato e molto attivo nei traffici di droga tra Fuorigrotta, rione Traiano e Pianura. Secondo lo schema dunque l’omicidio di Andrea Merolla potrebbe essere una ‘vendetta’ per il delitto Volpe a sua volta ‘risposta’ all’uccisione di Mercurio.

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