Più che mai complessa la ricostruzione dell’omicidio di Salvatore Coppola, l’ingegnere 66enne assassinato nel parcheggio di un supermercato in via Protopisani a San Giovanni a Teduccio, quartiere napoletano sotto l’egemonia del clan Mazzarella.
Coppola era finito nei guai con la giustizia durante un blitz della guardia di finanza, decidendo poi di collaborare, svelando una sorta di sistema riguardante le attività di costruzioni edilizie e compravendita di immobili nell’area est di Napoli.
Salvatore Coppola e Vincenzo Mazzarella
In quel periodo raccontò ai giudici di essere stato in contatto con il superboss, capo dell’omonimo clan, Vincenzo Mazzarella, autoaccusandosi anche di alcuni episodi di corruzione nei confronti di persone operanti nella pubblica amministrazione.
La sorveglianza speciale ed il ritorno a San Giovanni a Teduccio
Al termine della collaborazione, in un primo momento decise di andare a vivere lontano dal suo quartiere, anche perché ancora sottoposto alla misura della sorveglianza speciale. Successivamente tornò, invece, a lavorare e frequantare San Giovanni a Teduccio, a pochi metri dal luogo dove è stato ucciso martedì.
Gli inquirenti indagano a 360 gradi e, nonostante le spiccate modalità camorristiche dell’agguato, non escludono alcuna pista.


