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domenica, Giugno 16, 2024
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Sara Nadia Mauriello e la scomparsa del made in Italy: “Oggi chi ha ancora il coraggio di investire?”

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Nel 2014 ha curato in prima persona la sua prima collezione di intimo, dando libero sfogo alle sue idee stilistiche innovative. Oggi Sara Nadia Mauriello ha ancora tanti progetti in cantiere, ma non dimentica il passato. Quel brand fu un grande successo. A vestire i capi c’era la testimonial ufficiale Sarah Nile, influencer ed ex concorrente del Grande Fratello. Tutta la collezione fu venduta, nonostanti le notevoli difficoltà che una stilista innovativa e provocatrice come Sara Nadia Mauriello dovette affrontare. Infatti in Italia ci sono poche aziende che accettano di scommettere su collezioni così particolari.

“Oggi è tutto facile, basta avere dei followers, condividere un post, avere amici influencer che repostano e regalano qualche like, un e-commerce per vendere un prodotto ed ecco che tutti si improvvisano magicamente imprenditori”, commenta Sara. “Mi piacerebbe vedervi nelle mie condizioni quando nel lontano 2014 ho dato vita alla mia prima collezione, le mie prime idee, in un momento dove il fast fashion non aveva il monopolio nei vostri armadi, dove le aziende non erano flessibili ma richiedevano garanzie, dove per poter rendere reale un’idea si parlava di cifre e quantità da capogiro, dove gli unici metodi di pubblicità erano i giornali, i volantini, i cartelloni stradali, maxy pubblicità 6×3 ed a stento Facebook come piattaforma social su cui pubblicizzarsi. Altro che ads a pagamento, si viveva di vecchia pubblicità old School, e passaparola. Nonostante tutto, mai niente e nessuno ha mai avuto la forza di fermarmi, anzi.. tutto curato in ogni minimo dettaglio: Etichette, cartellini, stoffa, packaging, shoppers. Non immaginate nemmeno quanti sacrifici, ma non immaginate nemmeno la soddisfazione, mi si riempivano gli occhi di gioia quando le persone indossavano le mie idee. Essendo da sola, facendo tutto con le mie forze, le difficoltà, il progetto spesso diventava mio nemico, per non parlare dello scarseggiare di aziende di intimo.. in Italia ce ne sono due/tre, uno dei motivi per la quale tutte le grosse aziende producono in Cina.

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Mai nessuno ha creduto in me ma nonostante tutto ce l’ho sempre fatta.
L’essere da sola colma di rabbia e paure mi ha portata poi a realizzarmi in tantissime altre cose, come perseguire l’Assofram e affermarmi come look maker. O anche School marketing genius che mi ha insegnato le strategie di marketing, e tutto l’ho fatto proprio perché con il tempo mi sono accorta che non bisogna fare affidamento su nessuno; Le proprie cose, i propri interessi, dobbiamo essere noi ad inseguirli. Si dice che quando si vende un prodotto non bisogna mai pubblicizzarlo agli amici, perché essi non acquisteranno..

Le persone non acquistano ciò che facciamo, ma il perché lo facciamo.
Ammetto che miei gusti sono oggettivamente esuberanti, a tratti considerati “eccessivi”, cosa che tra l’altro, durante il mio percorso creativo nel quale ho dato vita al mio primo brand, mi ha procurato non pochi “disguidi” con le aziende di produzione.. ma si sa, non si può chiedere alle persone cosa vogliono per poi cercare di darglielo, perché nel tempo che si impiega nel crearlo, vorranno già qualcos’altro!
Le persone non comprano prodotti e servizi, ma relazioni, storie, e magia.
Sono intelligenti, sanno che le migliori idee nascono dal caos. I prodotti sono creati nelle fabbriche, i brand sono creati nella mente”.

Ci sono ancora in Italia aziende che fanno made in Italy e pronte a scommettere su brand così originali?

 

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