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giovedì, Maggio 9, 2024
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“Tutte le tappe della scissione nel clan Mallardo”: la sentenza che certifica l’esistenza di un nuovo clan a Giugliano

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“E’ stata accertata l’esistenza nel territorio di Giugliano di un’associazione criminosa conosciuta come gruppo delle palazzine, avente tutti gli elementi strutturali, metodologici e finalistici per la configurabilità del delitto di associazione di tipo mafioso”. Con questa frase i il Gup Anna Tirone del tribunale di Napoli, nella sentenza che ha condannato il gruppo delle Palazzine di Giugliano, ha motivato l’esistenza di un clan che si è contrapposto alla fazione storica del clan Mallardo. Lo scorso dicembre è stata depositata la sentenza di 101 pagine, nella quale viene ricostruita l’intera vicenda che ha portato alla scissione prima ed alla faida poi tra la fazione delle Palazzine e quella storica del clan Mallardo.

Le tappe della faida tra i Palazzinari ed il clan Mallardo

A partire dall’agguato a Michele de Biase, alias Paparella, avvenuto il 2 ottobre del 2015, il cui corpo non è stato mai trovato. Il 19 ottobre del 2015 ci fu l’agguato nelle palazzine a Catuogno. Furono proprio questi due episodi a convincere gli inquirenti a sottoporre ad intercettazione telefonica ‘o scoiattolo e poi tutto il gruppo delle palazzine, compreso Aniello di Biase, figlio di Michele. Il 20 maggio del 2016 fu arrestato Michele De Simone, altro personaggio di spicco, sorpreso mentre era armato in strada. Il primo giugno 2016 ci fu un altro agguato ai danni di Catuogno. Due giorni dopo finirono in manette Nicola Ciccarelli, Salvatore Pugliese e Crescenzo Panico per i reati di detenzione e porto di arma clandestina. Il 15 giugno fu aggredito Bernardo Smarrazzo, figlio di Scè Scè, ex collaboratore di giustizia del clan Mallardo, poi passato nelle fila della scissione. Il 27 luglio 2016 ci fu un blitz nelle palazzine e fu interrotto un summit di camorra. A settembre 2016 ci fu un agguato al Corso Campano. Il 3 febbraio 2017 è la data dell’agguato ad Aniello Di Biase e Silvano Ciccarelli avvenuto in via San Vito. Nel giugno del 2017 furono arrestati per armi Mele e Catuogno.  Infine viene ricordato il coraggio dell’unico imprenditore (poi costituitosi parte civile nel processo insieme al Fondo antiracket mentre il Comune di Giugliano no, ndr) che ha deciso di denunciare le estorsioni subite.

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La sentenza

“Le risultanze delle intercettazioni telefoniche ed ambientali lasciano chiaramente ricavare l’esistenza di un gruppo criminoso operante nel periodo delle disposte intercettazioni e, dunque, nell’arco temporale indicato in imputazione, diretto ed organizzato da Catuogno Gennaro e Di Biase Aniello, noto come gruppo delle palazzine — verosimilmente in ragione della residenza degli appartenenti — sull’area del comune di Giugliano in Campania”, scrive il Gup. “Avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo del clan e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne derivava, conseguendo profitti e vantaggi ingiusti mediante il compimento di attività estorsive, principalmente nelle attività economiche anche attraverso alleanze e/o contrapposizioni armate con altre organizzazioni operanti sul territorio”.

Il gruppo fu condannato ad un totale di 100 anni e 2 mesi. Alla sbarra 15 imputati, tra cui i presunti promotori della Scissione dal clan Mallardo e fiancheggiatori. Tre assolti, 12 imputati condannati. .

  • Gennaro Catuogno o scoiattolo (difeso dagli avvocati Antonio Russo e Antonio Giuliano Russo) condannato a 10 e 2 mesi
  • Aniello Di Biase (difeso da Leopoldo Perone e Alessandro Caserta) 10 anni e 6 mesi
  •  Francesco Di Nardo  (difeso da Alfonso Palumbo e Beniamino Mammarella) 8 anni
  • Crescenzo Panico (legali Stefano Zoff e Salvatore Cacciapuoti) 9 e 2 mesi
  • Nicola Ciccarelli (difeso da Stefano Zoff) 12 e 2 mesi
  • Salvatore Pugliese  (legale Stefano Zoff) 11 anni e 2 mesi
  • Silvano Ciccarelli   (legale Stefano Zoff)  9 anni e 2 mesi
  • Domenico Smarrazzo anni (difeso da Gennaro Amelio) 5 anni e 2 mesi
  • Michele De Simone anni (difeso da Mario D’Alessandro) 5 e 10 mesi
  •  Raffaele De Simone  anni (difeso da Giovanni Abbate) 5 anni e 8 mesi
  •  Antonio Guarino  anni (difeso da Antonio Gravante)  2 anni e 2 mesi
  •  Giuseppe d’Alterio anni (difeso da Alessandro Caserta e Celestino Gentile) 11 anni
  • Vincenzo Micillo   (difeso da Antonio Peluso e Alessandro Maresca) assolto
  • due figlie di Michele De Simone (difese da Giovanni Abbate) assolto

L’accusa è a vario titolo: 416 bis, ovvero associazione di stampo camorristico ed in alcuni casi anche di armi ed estorsione. Quindi secondo la DDA avrebbero formato un nuovo clan per contrastare il gruppo storico dei Mallardo. Ma il gruppo non si occupava anche di droga ma anche estorsioni, come quelle ai danni di una concessionaria di gelati, un centro diagnostico e una società di noleggio slot. Solo uno degli imprenditori vittima del racket si è costituito parte civile, mentre il Comune di Giugliano non si è costituito nonostante la giurisprudenza pare concorde sul fatto che prima dell’inizio della requisitoria del pm potesse farlo.

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