[nextpage title=”Sigarette elettroniche e tabacco riscaldato, i rischi”]
L’aumento del consumo di sigarette elettroniche e dei prodotti a tabacco riscaldato da parte dei giovani porta a diversi rischi per la salute: dall’infiammazione delle vie aeree fino all’asma e alle alterazioni per il Dna. Allarme lanciato dalla Società Italiana di Medicina Interna, Simi), i cui esperti Paola Andreozzi, Giorgio Sesti, Antonello Pietrangelo e altri hanno fatto una revisione di tutta la letteratura scientifica relativa all’effettivo impatto di e-cig e prodotti a tabacco riscaldato sulle patologie respiratorie.
[nextpage title=”Il fumo del terzo millennio”]
Tale revisione è stata pubblicata su Internal and Emergency Medicine. Come fa notare la Simi, il fumo del terzo millennio, rappresentato appunto da e-cig e prodotti a tabacco riscaldato, lungi dall’essere innocuo, può comportare rischi quali asma, infiammazione delle vie aeree, alterazioni del Dna e maggiore esposizione ai tumori.
Diversamente i liquidi delle e-cig contengono un minor numero di sostanze, tra cui glicerolo vegetale, propilen glicole, nicotina e acqua. “Le e-cig non producono fumo, ma vapore. L’inalazione del loro aerosol riscaldato può scatenare un’infiammazione delle vie aeree (anche se con minor violenza rispetto al fumo di sigaretta). I vapori delle e-cig sono inoltre tossici per le cellule (soprattutto nei liquidi molto aromatizzati), ne influenzano la proliferazione e ne alterano la morfologia, in modo simile alla nicotina delle sigarette”, scrive la Simi. Inoltre, “le e-cig possono stimolare la produzione di Ros che danneggiano il Dna e riducono la vitalità delle cellule”.
[nextpage title=”I rischi”]Per quanto riguarda i rischi di asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), chi fuma è maggiormente esposto rispetto ai non fumatori. “Il fumo è un importante fattore di rischio per Bpco e un trigger per l’asma. A fumare purtroppo è ancora un italiano su 4 (quasi uno su 3 nella fascia d’età 18-34 anni) e il numero stenta a ridursi ulteriormente. Il 35-45% dei pazienti con Bpco fuma (solo 1 su 5 non ha mai fumato). Metà delle persone che soffrono d’asma è fumatore attivo o un pentito della sigaretta”, si legge nel comunicato Simi.
[nextpage title=”Il 70% dei fumatori vorrebbe smettere”]”L’uso di e-cig e prodotti a tabacco riscaldato comporta un aumentato rischio di ammalarsi di asma e/o Bpco e di danneggiare la funzionalità dei polmoni, rispetto ai non fumatori», fa notare Giorgio Sesti, presidente della Simi. “Solo nel caso di un forte fumatore di sigarette tradizionali che non riesca proprio a smettere di fumare, l’impiego di questi prodotti alternativi può trovare una giustificazione, nel tentativo di mitigare il rischio”, aggiunge.
Particolarmente rilevante è la diffusione della Bpco: “Secondo lo studio Bold (Burden of Obstructive Lung Diseases) la prevalenza mondiale della Bpco è del 10,3%, con un trend in salita. L’Istat attribuisce all’Italia una prevalenza del 5,6% (probabilmente sottostimata)”, sottolinea la Simi. Un altro problema degno di nota è il fatto che “il 70% dei fumatori vorrebbe smettere e che in media servono 6 tentativi prima di riuscire nell’impresa”, riporta la Simi.