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giovedì, Aprile 25, 2024
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«Sono nato con loro», le rivelazioni dell’ex ras dei Quartieri spagnoli sui Puccinelli-Petrone

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Diversi pentiti hanno parlato in questi anni del ‘sistema’ del Rione Traiano. L’ultimo è stato Genny Carra, ex ‘colonnello’ del clan Cutolo. Le sue dichiarazioni non sono bastate però e così nei giorni scorsi vi è stato il clamoroso annullamento al Riesame dell’ordinanza di custodia cautelare a carico di Salvatore Petrone ‘Nano piccerill’ e Ciro Puccinelli ‘Cirotto’ (leggi qui l’articolo). Ben prima di Carra un altro pentito ha parlato degli affari della mala flegrea, Emilio Quindici, ex ras con un passato nei Di Biasi dei Quartieri spagnoli. In un verbale del settembre 2015 Quindici riferiva ai magistrati:

Le parole dell’ex ras dei Quartieri spagnoli

«Puccinelli Francesco è il capo dell’organizzazione. Il clan svolge diverse attività illecite (droga, anni, estorsioni ai commercianti, di abbigliamento e salumerie) nelle zone del Rione Traiano e Parco San Paolo. Il mio compito nel clan era ritirare la cocaina e “spacchettarla” presso la mia abitazione a via Catone 208, nel senso che la dividevo con Peppe Lazzaro e Troncone Francesco in pacchi da 250 grammi e dopo averla “mischiata” la destinavamo alle quattro piazze di via Tertulliano. La materiale consegna alle piazze la faceva un ragazzo di colore detto Balotelli, oggi detenuto perché sorpreso a spacciare nella piazza di Troncone Salvatore. Gli altri capi del clan Puccinelli sono Francesco Petrone detto o’ nano (accusa di fatto caduta con il recente annullamento al Riesame), cugino di Puccinelli Francesco, e Peppe Lazzaro. I guadagni delle estorsioni vengono divisi tra i tre capi. II ricavato dell’estorsione a Francesco Pascarella però andava a Ciro Puccinelli, detenuto, che è il padre di Puccinelli Francesco. Il ricavato delle piazze di cocaina se lo dividono Petrone Francesco e Peppe Lazzaro, mentre il ricavato delle piazze di erba lo incassa Puccinelli Francesco. Tutti e tre i capi provvedono del mantenimento in carcere degli affiliati ed all’acquisto di motorini e armi per la vita del clan. So queste case perché sono “nato con loro”. Stavo sempre insieme a Puccinelli Francesco. Poi quando è uscito dal carcere Totore Maggio e il Puccinelli lo ha voluto vicino a se’, ho preferito frequentare più strettamente Petrone Francesco. In ogni caso eravamo un unico clan. Si trattava dello stesso clan, ma ciascuno dei capi dirigeva attività differenziate».

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Il colpo di scena al Riesame: l’articolo precedente

Insussistenza dell’ipotesi di associazione camorristica. Questa la decisione del Riesame del tribunale di Napoli (X sezione) per Salvatore Petrone e Ciro Puccinelli arrestati due settimane fa nel corso di un maxi blitz contro i clan del Rione Traiano. Decisiva la linea difensiva del loro legale, l’avvocato Leopoldo Perone, che ha convinto il Riesame circa la mancanza di riscontri oggettivi alle dichiarazioni di Genny Carra, ex ‘colonnello’ del clan Cutolo e grande accusatore dei Puccinelli-Petrone (leggi qui l’articolo). L’avvocato Perone ha evidenziato che non vi sono elementi che provino l’ipotesi associazionistica per i suoi assistiti, motivazione questa pienamente accolta dal Riesame che ha annullato l’ordinanza a loro carico. Puccinelli resta dentro per altri reati mentre Salvatore Petrone, indicato da Carra proprio come l’attuale reggente del gruppo, ha fatto ritorno al Rione Traiano dove verrà ristretto ai domiciliari.

Le parole di Genny Carra su Salvatore Petrone

Carra, ex colonnello dei Cutolo, ha lungamente parlato dei rapporti del suo ex gruppo con i Puccinelli-Petrone:«Con il clan Puccinelli siamo alleati. Ogni tanto ci sono piccoli contrasti. Adr. E’ vero per conte mi chiede che il clan Cutolo controlla la parte bassa del Rione Traiano mentre il clan Puccinelli la parte alta. In particolare per la gestione della droga. Preciso che il clan Cutolo controlla però interamente la Loggetta. Anzi quando sono stati arrestati i titolari delle piazze di spaccio nella ordinanza che ha riguardato il clan Puccinelli, in realtà quelle piazze erano quasi tutte nostre. Con i Puccinelli facevamo riunioni una due volte alla settimana. In realtà mi sono reso conto che a comandare il clan Puccinelli è Salvatore Petrone detto o’ nano piccirill, più carismatico del padre Francesco».

Un altro pentito, Raffaele Dello Iacolo, ha invece illustrato agli inquirenti come funzionava il sistema delle piazze di spaccio:««Nella zona della Loggetta vi sono diverse piazze di spaccio. È una zona ricca perché lì si lavora molto con la droga. La zona è sostanzialmente divisa tra quelli della 44, cioè il clan Cutolo, e quelli del rione Traiano, cioè i Puccinelli. Posso dire che attualmente la Loggetta è paragonabile a quella che un tempo fu la piazza di Secondigliano, dal momento che vi è molta affluenza di clienti e vi sono piazze in tutta l’area. C’è la piazza di Cirotto, Ciro Puccinelli, che è una piazza di cocaina e crack ed è proprio del clan; la piazza di Salvatore Petrone, detto “il nano piccirillo”, che vende crack e cocaina; poi c’è la piazza di Gaetano Ivone detto “’o nano”, che vende cocaina e paga la quota ai Vigilia di Soccavo».

 

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