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Stellantis, annunciati 350 esuberi tra Pomigliano e Pratola Serra: sindacati sul piede di guerra

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Arriva una nuova sforbiciata della forza lavoro da parte di Stellantis. L’azienda ha infatti annunciato nei giorni scorsi ben 350 esuberi in tutta la Campania, di cui 300 a Pomigliano D’Arco, in provincia di Napoli, e 50 a Pratola Serra, in provincia di Avellino. Si tratta di una decisione – approvata anche dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy – che si ascrive all’interno di un processo di accompagnamento dei lavoratori alla pensione, rivolto ai dipendenti con maggiore anzianità aziendale.

La Fiom-Cgil non ha firmato le uscite volontarie: “Una strategia di svuotamento

Tuttavia il “no” della Fiom-Cgilil Sindacato dei Metalmeccanicinon si è fatto attendere. “Prosegue il disimpegno di Stellantis dall’Italia. La Fiom-Cgil non ha firmato le uscite volontarie perché non c’è nessun segnale di controtendenza sull’occupazione, nessuna nuova assunzione e nessun turn over per rigenerare gli stabilimenti. A Pomigliano l’annuncio della piattaforma Small dal 2028 è stato certamente il frutto delle mobilitazioni delle lavoratrici e dei lavoratori ma, come abbiamo già ribadito, è necessario anticipare quella data“, hanno dichiarato in una nota congiunta il segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile del settore mobilità Samuele Lodi, il segretario generale della Fiom-Cgil di Napoli Mauro Cristiani, il segretario e responsabile automotive della Fiom-Cgil di Napoli Mario Di Costanzo, e di Avellino Giuseppe Morsa.

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Dopo le quasi 3.600 uscite volontarie dagli stabilimenti italiani nel 2024, a cui si aggiungono le ulteriori 14.000 uscite dal 2015, continua la strategia aziendale di svuotamento degli stabilimenti anche per il 2025“, continuano i sindacalisti. A pesare sul malcontento, del resto, è anche il premio di risultato, pari a 600 euro, il più basso mai corrisposto.

La Fiom-Cgil risponde “no” all’accordo: “I dati della produzione sono allarmanti

Ma l’attacco della Fiom non si è esaurito qui. Se da un lato, infatti, durante l’ultimo incontro al Mimit del 17 dicembre scorso Stellantis rese noti i suoi progetti, dichiarando che l’Italia non avrebbe mai cessato di essere al centro dei suoi sforzi – un messaggio amplificato anche dal governo e dal ministro Alfredo D’Urso -, dall’altro non si può trascurare che “da quel momento la produzione in Italia nel 2024 è precipitata a 283.090 auto, come accadde nel lontano 1956“, come hanno dichiarato i sindacalisti.

Il calo della quota di mercato in Italia – hanno proseguito i rappresentanti sindacali – risulta sotto la storica soglia del 30% e in Europa al 15%; si conferma l’utilizzo degli ammortizzatori sociali per tutto il 2025 allo stesso livello del 2024, con il conseguente grave impatto sulle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori; il premio di risultato del 2024 è di poco superiore a 600 euro, mai così basso, che si contrappone all’utile di 5 miliardi redistribuiti agli azionisti. E da ultimo le nuove uscite volontarie del 2025. Questo è il tanto decantato Piano Italia“, concludono i sindacalisti.

La Uil e la Fim rimangono più caute: “Necessari nuovi ingressi

Rispetto ai colleghi della Fiom, rimangono più cauti i colleghi dell’Uil (Unione Italiana del Lavoro). Tuttavia, non mancano da parte loro richieste sul futuro, in particolare da Crescenzo Auriemma, segretario generale campano dell’Uil, che al termine di un confronto con gli altri sindacalisti tenutosi ieri presso lo stabilimento Giambattista Vico ha affermato: “Non possiamo ignorare l’età media elevata del personale. Per questo serve un piano di assunzioni strutturato, che porti nuove competenze e alleggerisca il peso sulle spalle di chi è in reparto da decenni“.

La stessa Uil ha infatti giudicato l’apertura di Stellantis a un tavolo di confronto a partire dal 2025 dedicato interamente alle assunzioni da un lato come un segnale positivo, ma dall’altro assolutamente insufficiente. “Le parole da sole non bastano: chiediamo un percorso serio e condiviso, in grado di coniugare le uscite con ingressi mirati di giovani lavoratori e lavoratrici, per garantire continuità e competitività al Giambattista Vico“, ha concluso Auriemma.

Sulla stessa lunghezza d’onda si pone anche la Fim, che ha sottolineato come le ultime assunzioni nella fabbrica campana risalgono a 19 anni fa, al 2006.

La replica di Stellantis: “Assunzioni in corso, in linea con il Piano per l’Italia

Si tratta di una situazione piuttosto tesa. Tuttavia l’azienda ha dichiarato, dal canto suo, che tutto sarebbe “in linea con i programmi condivisi con il Piano per l’Italia presentato lo scorso 17 dicembre al Mimit e ribadito lo scorso 19 marzo in Parlamento che prevede il ricambio generazionale“. Inoltre il gruppo fa notare che nello stabilimento abruzzese di Atessa si è assistito all’assunzione di 114 persone. Questi ingressi si inseriscono all’interno di un progetto ben più ampio, finalizzato al progressivo ricambio generazionale messo in campo da Stellantis a partire dal mese di febbraio, quando a Torino fu annunciato l’impiego di circa 117 giovani ingegneri impegnati sul fronte della digitalizzazione, dell’elettrico e dell’intelligenza artificiale. L’obiettivo di Stellantis è quello infatti di diminuire l’impatto demografico nei reparti più anziani.

La Fiat continua a vantare la leadership commerciale in Italia: Pandina in testa alle vendite

Sul modello di Atessa, anche a Pomigliano sarà estesa la produzione della Fiat Panda ibrida sino al 2030. Nel frattempo si assisterà all’installazione della nuova piattaforma Stla Small, che renderà possibile l’assemblamento di due nuovi modelli compatti previsto per il 2028. Rimangono le produzioni dell’Alfa Romeo Tonale e della Dodge Hornet – la quale sarà destinata esclusivamente al mercato americano.

Del resto proprio in questi giorni sono stati resi noti dati incredibilmente positivi, che riguardano anche Pomigliano. Infatti la Fiat ha registrato al termine del primo trimestre 2025 vendite consistenti, confermandosi ancora una volta il marchio indiscutibilmente più venduto in tutta Italia. Si tratta di un buon trend, che si spiega anche grazie al lancio da parte della Fiat della Pandina, che “ha contribuito largamente a questi risultati con 37.966 immatricolazioni nei primi tre mesi, confermandosi la vettura più venduta in Italia staccando largamente la seconda vettura più venduta del mercato“.

 

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