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lunedì, Maggio 13, 2024
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Stesa per vendicare il ras ucciso, restano in carcere i cugini di Costanzo

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Fermo convalidato e emissione della ordinanza di custodia cautelare. Tradotto: restano in carcere Gaetano Maranzino e Matteo Nocerino, protagonisti di una stesa in piazzetta Volturno e poi di un inseguimento culminato con il loro arresto. I due giovani si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante l’udienza di convalida svoltasi ieri mattina. I due rispondono di porto e detenzione illegale di arma da sparo, spari in luogo pubblico, ricettazione in riferimento al mezzo Tmax su cui viaggiavano e per il possesso della pistola, e resistenza a pubblico ufficiale, tutti reati aggravati dalla matrice camorristica. Per loro l’accusa di aver inscenato una stesa per vendicare l’omicidio di Vincenzo Costanzo, il 26enne giovane ras del Conocal ucciso durante i festeggiamenti per lo scudetto del Napoli. In azione i poliziotti del commissariato San Giovanni-Barra che, durante il servizio di controllo del territorio, nel transitare in via Volta, avevano notato due scooter, ognuno con in sella due giovani, procedere a forte velocità.

I conducenti dei due motoveicoli, alla vista della Volante, hanno accelerato la marcia nonostante i poliziotti avessero intimato l’alt. Ne è nato così un inseguimento conclusosi in via Argine con uno dei due giovani che ha addirittura puntato la pistola contro gli agenti. Poliziotti che non si sono persi d’animo e che hanno bloccato uno dei due mezzi (l’altro motoveicolo è riuscito a far perdere le proprie tracce) in via Mario Palermo: uno dei due uomini aveva con sè una pistola calibro 7,65 priva di tappo rosso risultata rubata ad ottobre del 2022, mentre il conducente ha tentato di fuggire a piedi venendo poi bloccato da uno degli agenti. I poliziotti hanno accertato che i due, poco prima, avevano esploso alcuni colpi in piazzetta Volturno ma erano stati segnalati da un poliziotto libero dal servizio che aveva allertato la centrale operativa che aveva così dato il via all’azione dei colleghi. Il mezzo era condottò da Maranzino (difeso dall’avvocato Luca Mottola) mentre la pistola è stata trovata in possesso di Nocerino (genero del boss Antonio D’Amico avendone sposato la sorella): per i due adesso bisognerà attendere il Riesame.

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