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Strage di Genova, a Torre l’ultimo saluto a Antonio, Matteo, Gerardo e Giovanni

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Torre del Greco si ferma, la città del corallo si prepara a dare l’ultimo saluto ai quattro giovani caduti vittime del crollo del ponte Morandi a Genova.
L’intera area è stata chiusa al traffico per agevolare lo svolgimento del rito funebre. Grossa affluenza di persone che, in un assordante silenzio, hanno voluto dare l’ultimo saluto ad Antonio, Matteo, Gerardo e Giovanni, sin dal loro arrivo nelle prime ore del pomeriggio, presso la Basilica Pontificia di Santa Croce. Tanto il rammarico ed il dolore sui volti dei presenti che a testa bassa attendono di poter entrare in chiesa sotto il sole cocente per salutare un’ultima volta quei quattro ragazzi partiti per una vacanza è mai più tornati. Su ogni bara ci sono oggetti che ricordano le passioni dei quattro ragazzi: ci sono cuffie, un paio di occhiali da sole, un’auto di formula 1 e su un ultimo feretro una chitarra.
Amare le parole del cardinale Sepe durante l’omelia:«Siamo qui per stare vicino alle famiglie di Antonio, Gerardo, Giovanni e Matteo quattro giovani la cui vita è stata spezzata per colpa dell’incuria dell’uomo. Questo è il momento del dolore ma per il rispetto della loro memoria e delle loro famiglie è giusto sapere perché è accaduto tutto ciò. Non si può morire per negligenza, incuria o superficialità perché questa è violenza contro l’umanità. Non è accettabile pensare che sia stato il destino a provocare questa immane tragedia. La morte di un figlio è innaturale: con Matteo, Gerardo, Antonio e Giovanni se ne va una parte dei loro genitori. Cosa possiamo dire ai genitori che vivranno nel dolore? Quale giustificazione? Quel figlio morto per colpa non sua era un progetto di famiglia che ora non c’è più».
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