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giovedì, Marzo 28, 2024
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Strage in Messico per l’arresto del figlio de El Chapo, 29 morti negli scontri

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E’ guerriglia nello stato di Sinaloa, in Messico, dopo l’arresto del figlio de El Chapo, Ovidio Guzmán-López , con scontri in cui sono morti almeno 29 persone, auto date alle fiamme e l’invasione dell’aeroporto internazionale di Culiacan. Con il Governo che ha mobilitato i blindati per le strade prese d’assalto dai membri armati del cartello narco.

Ovidio Guzmán LópezLo riportano diversi media internazionali. Dieci soldati e 19 sospetti criminali sono stati uccisi nell’operazione per arrestare Ovidio Guzman, figlio del trafficante di droga in carcere Joaquin “El Chapo” Guzman, ha riferito il governo. “Dieci membri dell’esercito sfortunatamente hanno perso la vita nell’esercizio del loro dovere”, ha detto ai giornalisti il segretario alla Difesa Luis Cresencio Sandoval, aggiungendo che nell’operazione di giovedì sono stati uccisi anche 19 “criminali.

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Arrestato il figlio di ‘El Chapo’, alta tensione in Messico

Un giudice federale messicano ha concesso oggi a Ovidio Guzmán López, il figlio di Joaquín ‘El Chapo’ Guzmán catturato ieri a Culiacán, una sospensione del processo di estradizione negli Stati Uniti, dove dovrebbe essere processato per associazione per delinquere e traffico di stupefacenti. Nella sua risoluzione, riferisce il quotidiano El Universal, il magistrato ha “decretato la sospensione d’ufficio delle procedure di deportazione, espulsione e estradizione” dell’imputato, “in modo che non siano eseguite e la persona interessata resti nel luogo in cui è a disposizione di questo tribunale”.

Esplicitamente, precisa, ciò “solo a tutela della sua libertà personale e affinché non sia consegnato al governo degli Stati Uniti né a quello di nessun altro Stato”. Il magistrato ha inoltre concesso una sospensione anche del suo stato di isolamento e disposto che “in base alle disposizioni legali e istituzionali esistenti, si conceda al leader del Cartello di Sinaloa l’autorizzazione a comunicare con i parenti o incontrare i difensori designati”. Comunque il ministro degli Esteri messicano Marcelo Ebrard ha indicato stamani che presumibilmente gli Stati Uniti avranno bisogno di un periodo di tre-sei mesi per presentare la documentazione riguardante il processo di estradizione.

Secondo esperti locali, se non dovesse essere applicabile un ‘fast track’ per l’estradizione del narcotrafficante conosciuto anche come El Ratón, la procedura normale potrebbe richiedere fra uno e due anni. (ANSA).

FOTO: ANSA

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