La cattura di Marco Di Lauro alimenta il ‘giallo’ del presunto collegamento con quanto avvenuto tre ore prima a Melito dove Salvatore Tamburrino, affiliato proprio al gruppo del Terzo Mondo, ha ucciso la compagna Norina Matuozzo per poi costituirsi. Come specificato in articoli precedenti l’uomo potrebbe aver fornito indirettamente la traccia che ha portato gli inquirenti al covo di Chiaiano. Ad ‘aiutare’ gli investigatori sarebbero poi intervenute tutta una serie di telefonate tra affiliati al clan, la ‘prova’ decisiva che ha poi portato alla cattura di Di Lauro. Sull’argomento e sulla dinamica è intervenuto anche Domenico Smarrazzo, legale di Tamburrino:”Non c’è nessun collegamento tra la cattura di Marco Di Lauro e l’arresto del mio assistito”. L’avvocato ha ripercorso la giornata di ieri: “Tamburrino si è presentato in mattinata spontaneamente nel mio studio con l’intenzione di costituirsi dopo il femminicidio. All’arrivo della polizia ha confessato il delitto di Eleonora Matuozzo ed ha tentato due volte di suicidarsi con la stessa pistola del delitto. E’ stato poi interrogato dagli inquirenti e non ha mai fatto nessun riferimento a dove si trovasse Marco Di Lauro. Voglio ricordare inoltre che il mio assistito, tra l’altro, non è un collaboratore di giustizia. Si trova in carcere e tali ipotesi ne mettono in pericolo l’incolumità sia sua che dei familiari”. Dichiarazioni che alimentano ancor di più il ‘giallo’ dietro la cattura del boss.
Omicidio a Melito e la cattura di Marco di Lauro, parla l’avvocato di Tamburrino
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