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domenica, Maggio 5, 2024
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“Tony Colombo fu picchiato dai fratelli di Tina, erano gelosi”, il racconto dei pentiti

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Intercettazioni telefoniche e racconti dei pentiti. Sono le prove su cui si basa l’inchiesta che ha coinvolto Tony Colombo e Tina Rispoli, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. Accuse che i due hanno respinto durante l’interrogatorio di garanzia. Eppure nelle duemila pagine di ordinanza ci sono diversi passaggi che ricostruiscono l’ascesa della coppia. Tra i pentiti che puntano il dito sui due c’è Genny Carra, che nel novembre del 2019 racconta del maxi debito che Colombo aveva nei confronti di Tina Rispoli dopo l’omicidio del marito Gaetano Marino: «Il mio rapporto con Tony Colombo era di amicizia e di frequentazione quotidiana. Lui aveva un debito con Tina Rispoli di cinquecentomila euro maturato nel 2012, dopo la morte di Gaetano Marino che è avvenuta nell’agosto di quell’anno. So del debito perché lui me ne parlò ed io gli presentai una persona per aiutarlo ad estinguerlo, poi ha sposato Tina e non so se ha risolto la sua situazione».

Carra e Colombo si conobbero nel 2006 a una comunione in cui il cantante si stava esibendo. «Notai che era un bravo cantante. Divenimmo amici e gli prestai 50.000 euro per incidere il suo disco ‘Guerra Aperta’, uscito molto dopo». «Eravamo talmente amici – ha continuato Carra – che addirittura aveva una scheda telefonica intestata a me dedicata alle nostre telefonate. Sapeva benissimo chi fossi».

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Genny Carra racconta ancora: «Mi ha detto per la prima volta che aveva un debito nel 2014. Prima mi chiedeva spesso soldi ed era sempre in affanno per coprire gli assegni, sono arrivato a prestargli fino 50mila euro, appunto nel 2014 gli chiesi come mai stesse sempre in difficoltà pur lavorando tanto, e lui scoppiò quasi piangere e mi disse che aveva accumulato tanti debiti per la passione del gioco, che condivide con Tina Rispoli. Oltre ad alcuni investimenti non andati bene in gelaterie aperte a Palermo. Il debito ammontava a 500mila euro direttamente nei confronti di Tina Rispoli. Io allora gli proposi di parlare con Mario Cerrone che era socio di Raffaele Imperiale (il boss dei Van Gogh arrestato da latitante a Dubai, n.d.r.) che aveva ed aveva grande disponibilità di denaro liquido». «Ho partecipato al matrimonio tra Tony Colombo e Tina Rispoli, un’occasione che non fu funzionale a consolidare alleanze criminali. Era una festa, all’esterno della quale era presente anche Salvatore Di Lauro (uno dei dieci figli di Paolo Di Lauro, ndr)”

Un altro collaboratore di giustizia, il noto Salvatore Tamburrino, uomo di fiducia di Marco Di Lauro che rivelò il covo del boss latitante dopo essere stato arrestato per l’omicidio della moglie Norina Matuozzo, racconta retroscena su Tina Rispoli: «Mi ricordo che nel 2012-2013, dopo la morte del marito (Gaetano Marino, n.d.r.), stava sulle palazzine Celesti e divenne lei la proprietaria della piazza di spaccio del marito». Tina Rispoli, a quel punto, iniziò a gestire un patrimonio di milioni euro. La storia d’amore con il neomelodico iniziò dopo la morte di Marino.

«So che Tony Colombo venne picchiato dai fratelli Rispoli – aggiunge Tamburrino – dopo che la relazione con Tina divenne ufficiale, ma sempre per una ragione economica, perché a quel punto Tina iniziò a finanziare Tony Colombo e non più i fratelli. A quel punto il clan Marino – per come mi disse Raffaele Rispoli – mise fuori dalla piazza di spaccio Tina». Tina era comunque innamorata di Tony e i fratelli della donna si rassegnarono, ma non senza scalciare. «Vincenzo Rispoli bruciò personalmente l’auto di Tony Colombo – racconta il pentito – per questi dissapori, come dispetto anche alla sorella, che non voleva dare più denaro a Vincenzo, dicendogli che non lo poteva più mantenere». I soldi di Tina Rispoli sono serviti a Tony Colombo per aprire la sala discografica a Secondigliano nel palazzo dei Rispoli. «La casa del padre presa da Tina dopo aver liquidato i fratelli; nella stessa sede mi risulta abbiano anche avviato un canale televisivo», specifica il collaboratore.

Sono diversi i pentiti che riconducono la genesi della carriera di Tony Colombo ai prestiti di Gaetano Marino, ma anche di altri boss della camorra napoletana. Spiega il pentito Gianluca Giugliano: «Colombo chiese 80mla euro a Gaetano Marino, si fece prestare dei soldi per fare un disco nel 2010. Non c’era festa, battesimo, comunione o matrimonio in cui Tony Colombo non fosse presente a cantare».

Si conobbero durante alcune serate in cui il cantante si era esibito. Tony «se la passava male» raccontano i pentiti, tanto che chiese un prestito da 80mila euro a Gaetano Marino. «Tra di noi si diceva – afferma in un verbale Gianluca Giugliano – che Tony Colombo avesse debiti con tutti, sia per necessità di finanziare la sua attività discografica che per l’elevato tenore di vita. Tony Colombo ci frequentava e sapeva certamente quello che facevamo». Poi iniziò la relazione con Tina.

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