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martedì, Giugno 25, 2024
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Travolta e uccisa in mare a Posillipo, la famiglia di Cristina: “Non riusciamo a darci pace”

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“Non abbiamo parole per quanto accaduto, ci sentiamo vuoti e totalmente impotenti. Ci teniamo a sottolineare che Cristina, laureata in Biotecnologie, era stata selezionata per il percorso di formazione Pharmatech Academy della «Federico II», destinato a formare figure professionali altamente qualificate nella ricerca, nella produzione di farmaci a Rna e nella terapia genica, e svolgeva il tirocinio nella sede campana dell’azienda farmaceutica Nouscom srl. Il mare era la sua passione e, approfittando della bella giornata, aveva deciso di fare un giro in kayak con un amico. Abbiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura e siamo sicuri che presto emergerà la verità. Per ora non riusciamo a darci pace: andremo fino in fondo per capire cos’è successo”.

Così la famiglia di Cristina Frazzica, la 30enne travolta da un’imbarcazione al largo di Posillipo, mentre si trovava su un kayak insieme a un amico in una dichiarazione diffusa da Giesse Risarcimento Danni.
Giuseppe Vacca, di Giesse: “Stiamo offrendo massimo supporto alla famiglia, sia umano che professionale, in un momento per loro difficilissimo. Abbiamo nominato un legale, il noto avvocato penalista Gianluca Giordano del foro di Santa Maria Capua Vetere, e incaricato un consulente tecnico di parte, il medico legale Maurizio Saliva, per l’autopsia che il sostituto procuratore della Repubblica, Vincenzo Toscano, ha fissato per domani, venerdì 14 giugno, alle 13. È ancora presto per rilasciare dichiarazioni e nessuno vuole puntare il dito contro qualcuno. Siamo certi che la magistratura analizzerà ogni aspetto della vicenda, senza tralasciare nulla”.

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Uccisa sul kayak: avvocato indagato, spero cessi questa gogna

“Spero solo che cessi la gogna, se emergerà ch’è finita sotto la mia barca per colpa mia, mi assumerò tutte le responsabilità: ho totale fiducia nell’autorità giudiziaria”.

È addolorato per quello che è successo e anche per quello che gli sta succedendo, Guido Furgiuele, l’avvocato ritenuto coinvolto nel grave incidente in mare avvenuto nel mare di Napoli, domenica scorsa, costato la vita alla ricercatrice 31enne Cristina Frazzica.
“Ho la patente senza limiti, per imbarcazioni a motore ed a vela dal 1998 e non ho mai causato sinistri”, fa sapere il penalista che aggiunge: “Domenica pomeriggio, mentre rientravo da Ischia, all’altezza di Villa Rosebery, alle 17.35, un mio ospite ha notato in lontananza a poppa una persona che si sbracciava e chiedeva aiuto. Mi ha avvertito ed io ho decelerato, virato e sono tornato indietro”.

“Alle 17.40 – spiega – ho messo in salvo il superstite con il kayak, ad oltre 300 metri dalla costa. In quel momento da lui ho appreso che era con una ragazza ed erano stati travolti da una barca ad alta velocità e alle 17.44 ho dato l’allarme. La capitaneria mi ha detto di non muovermi e dopo dieci minuti sono arrivati”.
“Il superstite – tiene a precisare il professionista – non ha riconosciuto la mia barca come quella che li aveva investiti e la mia non è una barca veloce. Noi, in sette a bordo, non avevamo sentito niente”.
“Sono stato a disposizione degli inquirenti dal primo momento – conclude Furgiuele – e continuerò ad esserlo perché sia fatta luce sulla tragedia di Cristina Frazzica”.

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