“L’organizzazione facente capo a Ciro Lepre “’o sceriffo” e ai suoi fratelli ha continuato a operare sul territorio sotto la guida di Salvatore Esposito (poi ucciso in vico Nocelle a Materdei), il quale, da mero affiliato, avrebbe poi assunto il ruolo di reggente del clan. Il gruppo si è posto in contrapposizione con l’altro sodalizio, egemone ai Quartieri Spagnoli, facente capo ai pluripregiudicati Antonio Esposito, detto figlio d’o pallin e Ugo Ferrigno”. È questo l’antefatto dello scontro che negli anni scorsi caratterizzò la camorra del Cavone di piazza Dante. Uno scenario emerso nelle motivazioni della sentenza che due anni e mezzo fa portò alla condanna di Salvatore Esposito, Salvatore Alfano e Carmine Moliterno. Nella sentenza viene riportato un episodio: un cugino di ‘o pallin fu avvicinato da Salvatore Festa ‘o chicc che lo minacciò:”Vi sparo in faccia se non ve ne andate”.
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