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giovedì, Aprile 18, 2024
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Violenza sessuale a Napoli Sotterranea: Vincenzo Albertini condannato anche in Appello

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La seconda sezione della Corte di Appello di Napoli ha confermato la condanna alla reclusione nei confronti di Vincenzo Albertini, 60 anni. Il presidente dell’associazione culturale “Napoli Sotterranea“, era stato accusato di violenza sessuale da una sua ex collaboratrice.

La condanna per violenza sessuale

Il processo di Appello ha confermato la sentenza del primo grado. Vincenzo Albertini (difeso dagli avvocati Marco Campora, Sergio Pisani e Maurizio Zuccaro), 60 anni, è stato condannato ad 1 anno e 8 mesi di reclusione per violenza sessuale nei confronti di una sua ex collaboratrice. Grazia Gagliardi, 35 anni, lavorava come guida turistica nel sito del centro di Napoli. Durante il primo processo, la PM Barbara Aprea aveva chiesto 7 anni di reclusione per Albertini. Ma già al tempo la quinta sezione del Tribunale di Napoli aveva comminato la pena.

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Le dichiarazioni della vittima di violenza sessuale

Abbiamo vinto! Oggi la Corte d’appello di Napoli ha confermato la sentenza di condanna ad 1 anno e 8 mesi di reclusione per molestie e violenza sessuale nei confronti di Vincenzo Albertini, patron di Napoli sotterranea” dichiara Grazia Gagliardi. “Dopo 4 anni, finalmente posso mettere un punto a questa vicenda  commenta a caldo Grazia, appena uscita dal Tribunale. “Ringrazio il mio avvocato Alessandro D’Alterio e tutti quelli che hanno sempre creduto in me fin dall’inizio, anche quando sul mio conto venivano diffuse voci false. Oggi non ho vinto solo io, oggi vince la giustizia“.

Il video dietro la denuncia

La guida aveva denunciato il Presidente Albertini tramite un video, poi pubblicato sulla pagina Facebook dell’Ex Opg Occupato – Je so’ pazzo. “Ho lavorato per quattro anni in nero per Napoli Sotterranea in piazza San Gaetano – raccontava la ragazza – una mattina, all’apertura delle porte del Teatro Romano, il presidente Albertini mi fa entrare con una scusa in una zona del teatro, la Summa Cavea, e immediatamente si abbassa jeans e slip iniziando a baciarmi sul collo e sul mio corpo, sulle parti intime e costringendomi a toccare il suo membro, intimandomi anche di fare altro, dicendomi frasi che ora non sto qui a dire“. In seguito al video, la sentenza di primo grado era arrivata il 6 luglio 2020.

Le parole dell’avvocato della vittima

L’avvocato della accusa, Alessandro Eros D’Alterio, si ritiene soddisfatto per la pronuncia della Corte d’Appello. “Sono contento che anche la Corte di Appello abbia ritenuto credibile la mia assistita e che abbia voluto anche valorizzare lo sforzo della difesa di parte civile la quale ha rimarcato i diritti civilistici nel processo penale” ha dichiarato. Poi continua, commentando la provvisionale di 5 mila euro riconosciuta alla vittima: “Si tratta di una decisione che ci soddisfa ulteriormente rispetto alla già soddisfacente decisione incassata in primo grado. Io ho sempre creduto alla versione dei fatti prospettata da Grazia“. 

La reazione della difesa

Dopo la condanna in secondo grado, la difesa ha reso noto che ricorrerà in Cassazione. Attestano, infatti, che le dichiarazioni della persona offesa mancano di credibilità, essendo state modificate più volte nel corso dell’istruttoria dibattimentale.

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