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lunedì, Giugno 24, 2024
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Voragini al Vomero, sit-in degli sgomberati a Piazza Vanvitelli: “Nessun sostegno per chi ha dovuto lasciare casa”

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Un flash mob per dare una sveglia alle istituzioni e chiedere che il quartiere Vomero sia messo in sicurezza, dopo i ripetuti crolli di queste settimane causati dagli allagamenti. I residenti del civico 63 di via Morghen, 21 famiglie in tutto, costrette allo sgombero insieme ad altri abitanti di via Solimena dopo il cedimento stradale del 21 febbraio scorso, insieme a quelli al civico 113 della stessa via Solimena, di via Bonito, di via San Martino si sono riuniti questa mattina in piazza Vanvitelli per gridare tutto il loro disagio. A dar loro man forte, anche gli attivisti della Rete No Box.

Il caso di via Morghen e di via Solimena 9

Le infiltrazioni idriche, dovute alla rottura di alcune condutture che hanno compromesso la staticità del manto stradale, hanno reso inabitabili parecchi edifici vomeresi costringendo centinaia di persone a trovare ospitalità in bed and breakfast o dai parenti. Il caso più eclatante degli ultimi tempi è quello di via Morghen, con auto inghiottite dall’asfalto sbriciolatesi e un salvataggio disperato di alcuni passeggeri. A seguito degli smottamenti, 21 famiglie del palazzo al civico 63 sono fuori dalle mura domestiche come così alcuni abitanti di via Solimena 9, edificio della strada sottostante in pratica adiacente a quello di via Morghen. A essere semidistrutta, oltre ad alcuni locali, anche una Casa Vacanza in cui era ospite una famiglia bolognese di 4 persone. I tecnici dell’Abc sono a lavoro per riparare le perdite ma i nuovi allagamenti dovuti alle recenti piogge stanno rendendo complicato gli interventi.

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Sulla vicenda indaga la Procura di Napoli, con i pm chiamati ad accertare eventuali responsabilità di ritardi e omissioni sulla messa in sicurezza dell’area. A inizio settimana si attende l’avvio dei lavori di ripristino di via Morghen, che potrebbero durare all’incirca un mese. I tempi, però, restano alquanto indefiniti.

La rabbia dei residenti

«Cerchiamo l’attenzione delle istituzioni, dove sono il sindaco, il presidente della Regione Campania? Nessuno è venuto a chiedere se gli sfollati avessero bisogno di un alloggio alternativo. Non hanno neanche offerto banalmente una bottiglietta d’acqua» afferma Eleonora, abitante con i suoi cari in via Morghen 63 che poi aggiunge senza mezzi termini: «La situazione al Vomero è gravissima. Il quartiere è pieno di voragini, così come lo è via Morghen. Lì ci abitano persone anziane, con malattie, bambini che non sanno quando potranno rientrare a casa». 

Paola è un’altra abitante di via Morghen 63. Anche lei ha contribuito a sue spese a rimpinguare un fondo cassa, di 50.000 euro totale, per pagare una ditta che si occupasse si spalare il fango e permettere un’accelerazione dei lavori di ripristino dello stato dei luoghi. «Ma quei soldi non basteranno – si rammarica – visti che gli allagamenti continuano causando i danni che sappiamo». Peraltro le stesse famiglie di via Morghen 63 hanno anche sostenuto il pagamento a una ditta di vigilanza privata in modo da scongiurare l’arrivo degli sciacalli che subito dopo l’apertura della voragine del 21 febbraio si sono aggirati tra le abitazioni sgomberate per razziare oggetti e averi rimasti incustoditi dopo l’abbandono forzato dei legittimi proprietari.

Le difficoltà di via Solimena 113

In via Solimena il disagio è diffuso. Non solo i danni al civico 9, conseguenze dei crolli in via Morghen, ma anche al civico 113 dove il cedimento del manto stradale circa un mese fa ha costretto una quindicina di famiglie a trovare riparo altrove. «Di noi gli organi di informazione si sono dimenticati, ma il nostro sgombero dura da quasi un mese» affermano i residenti presenti al flash mob. Uno di loro, Pasquale, denuncia: «Abbiamo ricevuto delle proposte veramente ridicole e vergognose – racconta – cioè 50 euro di risparmio sulla tassa comunale della spazzatura. Ma per avere questo sconto devi dimostrare di non essere residente in via Solimena perchè altrimenti il costo della tassa della spazzatura verrà addebitata a chi ti ospita». Anche gli abitanti di via Solimena 113 sono ospiti di parenti o costretti a pagare dei B&b. Nella giornata di domani è atteso il perito della Procura di Napoli per attestare la situazione.

La testimonianza da via Solimena 9

In via Solimena 9 la situazione è altrettanto complicata dopo gli allagamenti del 21 febbraio e quelli dei giorni successivi. Gian Maria Allevato è il proprietario della casa vacanza in cui si trovava la famiglia di Bologna sorpresa dal fango dopo la frana e anche dell’appartamento, facente parte dello stesso complesso stabile abitato dalla figlia e dall’ex moglie, distrutto perché invaso dall’acqua fuoriuscita dalle condotte idriche e fognarie.

«I danni psicologici sono notevoli quanto quelli economici. Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni, la situazione è tragica dopo gli ulteriori allagamenti dell’altra sera» confessa Allevato che rievoca quanto successo 3 settimane fa. «Mia figlia e la mia ex moglie stavano dormendo, quando alle 4.30 circa hanno chiesto aiuto. Erano state sorprese dall’acqua e dal fango, è un miracolo che siano ancora qui. Le ho aiutate perché le ho sentite gridare. Ho preso una scala e sono fuggite dal salotto, le loro stanze erano completamente distrutte. Se la sono cavata con pochi lividi, ma il trauma di quanto vissuto resta. In realtà – aggiunge Allevato – è tutta la mia famiglia ad aver subìto conseguenze nefaste dall’accaduto».

Gian Maria Allevato e sua figlia sono riusciti soltanto in modo fortuito a evitare conseguenze dopo i nuovi allagamenti del 29 febbraio scorso.  «Quel giovedì per puro caso io e mia figlia ci trovavamo nei pressi del palazzo in cui ci sono le nostre proprietà. Lei voleva recuperare quei pochi effetti personali ancora integri. All’improvviso ci siamo accorti che il cortile era nuovamente invaso da acqua di fogna, che dopo qualche verifica abbiamo capito provenire da via Bonito (altra strada in difficoltà della zona ndr.) e non da via Morghen. Il solaio ha rischiato di crollare. Ciò ci convince che la problematica che ha causato gli allagamenti probabilmente era preesistente».

Ad albergare in Allevato è un sentimento di frustrazione e questo per varie ragioni. Anzitutto perchè la tavernetta riconvertita in Casa vacanza è completamente distrutta. «Ora non è rimasto praticamente nulla, tutto completamente devastato. Anche l’abitazione dove vivevano mia figlia e la mia ex moglie è compromessa». E poi c’è un motivo meno materiale ma che attiene alle buone maniere delle persone. «Quando ho avvisato gli operai al lavoro di sera in via Morghen del nuovo allagamento – ricorda Allevato – uno di loro si è rivolto in malo modo verso di me, dicendo che stava lavorando dalle 7 del mattino e che quindi non gli dovevo rompere il c….». 

La posizione della Rete No Box

Dalla Rete Sociale NoBox-Diritto alla Città presente questa mattina in piazza Vanvitelli  arrivano diverse proposte per salvaguardare il sottosuolo di un’area evidentemente a rischio.  “Destinazione di fondi PNRR al monitoraggio di sottosuolo, condotte, fogne. Insediamento di un tavolo permanente con ABC, geologi, ingegneri ed altre competenze per addivenire ad una mappatura e conseguente intervento riparatore e/o preventivo di possibili dissesti’’.

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Antonio Sabbatino
Antonio Sabbatino
Iscritto all'Albo dei pubblicisti dall'ottobre 2012, ho sviluppato nel corso degli anni diverse competenze frutto dell’esperienza sul campo in ambito politico, sociale e di cronaca, sia bianca che nera. Sono stato conduttore radiofonico di programmi musicali presso Radioattiva, radio web napoletana e redattore e collaboratore di diverse testate online. Attualmente sono inviato per il quotidiano Roma, il più antico giornale napoletano, di InterNapoli.it che rappresenta una delle realtà più dinamiche del panorama giornalistico napoletano, campano, la neonata testata Tell che approfondisce i grandi temi politico-sociali a più livelli e Comunicare il Sociale rivista specializzata di Terzo Settore.
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