Ci sono tre o quattro ragioni per le quali lascio la direzione di InterNapoli. La prima, sono diventato grande. Il volontariato è bello ma quando hai un’età per la quale devi decidere che strada prendere diventa un lusso, specie in termini in tempo. E non è detto che tutti se lo possano permettere.
La seconda, sono stanco. E mi riferisco alle menti brillanti che affollano l’area del forum e dei commenti, e che hanno scambiato la libertà di pensiero con l’autorizzazione ad insultare chiunque alzi la mano per dire una parola. D’altronde si avvicina la scadenza elettorale e preferisco dedicare il mio tempo ad altro piuttosto che fare da balia a chi, nascondendosi dietro un nick, pretende di demonizzare l’avversario a suon di commenti o messaggi anonimi. Sono anche stanco di quel tam-tam fatto di raccomandate, telefonate, minacce di querele rispetto alle quali c’è una sola domanda che mi gira in testa da tempo: ma chi me lo fa fare?
La terza ragione ha a che vedere con la linea editoriale di questo giornale, la cui direzione passa ora nelle mani di Aniello Di Nardo che ne è anche l’editore. Per non farla lunga, diciamo che i valori sui quali è stato costruito il portale, e nei quali continuo a credere, non sono più considerati prioritari. E pure le proposte per una svolta imprenditoriale sono finite tra la carta straccia, a vantaggio degli eterni pettegolezzi di provincia. Anche per questo sento che non c’è più spazio per me all’interno di InterNapoli, se non tra i collaboratori occasionali.
Tutto questo non intacca l’affetto e la stima personale nei confronti dell’editore e in particolar modo dei collaboratori, più o meno fissi, che sento il dovere di ringraziare pubblicamente. E’ soprattutto grazie a loro che InterNapoli conta cinque milioni di pagine visitate, una media di seimila contatti al giorno per un territorio che abbraccia appena otto comuni. Un grazie anche alla stragrande maggioranza dei lettori che, in buona fede e con animo pulito, hanno incoraggiato il lavoro di tutti.
