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“Ci precedono nel regno di Dio”. Il libro-reportage di padre Franco Nascimbene

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dal corrispondente a Caserta


CASTEL VOLTURNO“Ci precedono nel regno di Dio”, questo il titolo del nuovo libro di Franco Nascimbene, padre comboniano che opera nella comunità di Missionari Comboniani di Castel Volturno. L’immagine sulla copertina mostra la s.s. Domiziana, strada percorsa da centinaia di auto ogni giorno e che, negli ultimi anni è diventato il luogo emblematico del sesso a pagamento. Il libro è una sorta di diario dove padre Franco racconta gli episodi che lo hanno visto coinvolto di prima persona, insieme alle “Sisters of Sacred Heart”, una comunità di suore nigeriane, nell’aiutare gli immigrati ad emergere dallo stato di ghettizzazione in cui vivono, ma soprattutto ad offrire un valido appoggio umano alle tante ragazze che vengono costrette a svolgere l’antica professione del meretricio. Questo crudo, ma veritiero reportage, mostra un immagine nuova della prostituta e fa emergere particolari che la gente ignora come i riti vodoo che i protettori svolgono per suggestionare le ragazze a non fuggire, facendo capire che le ragazze che vediamo in strada e che ognuno di noi è pronto a bollare come “puttane”, sono pur sempre delle persone con i loro sogni, le loro sofferenze e il loro dolore. Persone che sono state costrette a fare quel lurido lavoro, che non hanno altra scelta e che sono solo la punta di un iceberg che ha le proprie radici in un mercato internazionale guidato dalla mafia nigeriana e dalla nostra camorra e che è sorretto quotidianamente dalla gente comune, dalla cosiddetta “gente perbene”.
Il lavoro editoriale di padre Franco però non è un semplice “libro sulla prostituzione”, il padre comboniano, nel testo non parla per sentito dire ne gira intorno al problema, ma al contrario offre al lettore una chiara spiegazione di quello che è il fenomeno, di come vengono reclutate le ragazze, di come vivono, esplorando inoltre la figura del cliente e analizzando un po’ le responsabilità di ognuno.
Offre infine una sorta di piano per combattere il fenomeno che si articola in tre punti ben distinti. Il primo, il più immediato, è rappresentato dal suo approccio con le ragazze e con l’avvicinamento e la fiducia, ma soprattutto dal tentativo di strapparle a quel luogo dandogli una possibilità di fuga. Il secondo punto su cui insistere è il racket che c’è dietro, un affare di miliardi all’anno. Il terzo invece, il più difficile forse da attuare consiste nello sradicamento delle condizioni culturali e psicologiche che spingono gli uomini a sfruttare le prostitute.



Franco Nascimbene, “Ci precedono nel regno di Dio. Un’esperienza missionaria tra le vittime della prostituzione”, EMI Bologna 2002, pp 112, euro 11.



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L’intervista


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Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?


Ho scritto questo libro per far conoscere l’esperienza vissuta in questi anni a contatto con il mondo della prostituzione e per raccontare quello che c’è dietro allo sfruttamento, analizzando le responsabilità e le vere colpe.

Le istituzioni cos’hanno fatto nel frattempo, hanno supportato la sua azione?

Le istituzioni qualcosa l’hanno fatto, ma tuttavia hanno una grande mancanza nel campo della repressione di coloro che sono i veri responsabili di questo sfruttamento.

In che senso?

Nel senso che le forze dell’ordine in genere si limitano a fare delle retate colpendo solo le ragazze che stanno per strada che alla fine sono solo le vittime dell’organizzazione criminale. Mentre raramente indagano su chi guida effettivamente questo mercato, le Madame che offrono protezione, la camorra, i protettori.

Finora ha raggiunto qualche risultato tangibile?
Certo, se ci riferiamo al numero di ragazze che hanno lasciato la strada, qualcosa lo abbiamo raggiunto. Quello che manca però è riuscire a raggiungere e a fermare coloro che organizzano questo negozio. Ma questo non si può fare se non interviene lo stato.

Il suo impegno per il futuro?
Sicuramente continueremo il lavoro di avvicinamento delle ragazze per cercare di strapparle dalla strada. Ma allo stesso tempo cercheremo di sollecitare le istituzioni affinché attuino un intervento che possa veramente permettere di reprimere, come ho già detto prima, chi c’è dietro a questo fenomeno.

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