Sorpreso mentre
prendeva la tintarella in tenuta da
mare, lasciando “appesa” la divisa
ed incustodita l’arma, è scattata
la denuncia ed il licenziamento
per una guardia giurata. L’uomo
un quarantenne di Napoli, da venti
giorni circa era stato assunto
dall’istituto di vigilanza San Michele
la cui sede è localizzata a Sant’Antimo in via delle Mimose; e
dal primo giorno ha prestato servizio presso l’arenile di Bagnoli. La
sua giornata lavorativa non era di otto ore bensì di dodici, a causa dell’eccessivo
lavoro e del poco personale. Quattro le ore di straordinario
che la società in ogni caso gli retribuiva. Il suo compito era quello di
controllare che i lavori di pulizia dell’arenile procedessero senza problemi
a causa della presenza dei bagnanti, salvaguardando anche l’incolumità
di quest’ultimi. Tre giorni fa invece per l’amministratore dell’istituto,
Antonio Di Sarno e per il maresciallo dell’istituto San Michele
Carmine Cammisa, c’è stata l’amara sorpresa. Giunti sull’arenile
di Bagnoli, ai loro occhi è apparsa una scena insolita, che mai
avrebbero immaginato di vedere. «Io ed il maresciallo siamo andati all’arenile
di Coroglio perché dovevamo incontrarci con un ingegnere
– ha precisato Antonio Di Sarno amministratore della società – dopodichè
siamo passati a Bagnoli e abbiamo visto la guardia giurata
faceva tutt’altro anziché svolgere il servizio per cui è stato assunto.
Ciabatte da mare, pantaloncini ed occhiali da sole, era comodamente
seduto su una sdraio a prendere il sole». Oltre ad essersi spogliato
della divisa, l’arma che tutte le guardie giurate hanno in consegna e
che dovrebbero custodire gelosamente, era lasciata invece incustodita.
Oltre il danno anche la beffa poiché due ore dopo la visita dei superiori,
il dipendente ha finto di sentirsi male a causa delle «tante ore
di lavoro sotto il sole», allertando il 118. «È vero che le ore di lavoro sono
tante, ma è anche vero che quando è stato assunto conosceva la
nostra situazione critica a causa della carenza di personale non proporzionale
alle commesse di lavoro assegnateci che in questi ultimi
mesi sono aumentate – ha aggiunto Di Sarno – Inoltre non è affatto
vero, così come ha dichiarato, che lavora in condizioni disperate. Ha
a disposizione un gabbiotto con aria condizionata, ed un bagno». Un
licenziamento avviato sia in Questura che in Prefettura, nel frattempo
dallo stesso Antonio Di sarno è stata avviata la richiesta al Prefetto
di incrementare il proprio personale, evitando così anche spiacevoli
inconvenienti come questi.
Giovanna Scarano – Il Giornale di Napoli 9 agosto 2008
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