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giovedì, Maggio 9, 2024
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DIOSSINA, S’ALLARGA LA FASCIA A RISCHIO

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di CARMEN FUSCO



S’allarga la fascia di territorio a rischio diossina. È allarme anche a Nola, dopo gli ulteriori sequestri di allevamenti nei giorni scorsi nel Casertano, dopo le proteste dei pastori a Marigliano. Vietata al pascolo la zona sud-est dell’incrocio tra via Bosconfangone e località Marchese Marigliano, aree dove si ripetono da anni scarichi abusivi e incendi di rifiuti che liberano nell’aria pericolosi quantitativi di diossina. A disporre il divieto assoluto di pascolo è stato il commissario straordinario del Comune, Pasquale Manzo, in seguito all’individuazione da parte dei tecnici regionali di diossina sui terreni di un’area che comprende, oltre a numerosi comuni del Casertano, anche Nola, Acerra, Marigliano, San Vitaliano, Pollena e Cercola. A far scattare le misure preventive i risultati degli esami effettuati sugli allevamenti di San Felice a Cancello.
Secondo il servizio veterinario dell’Asl 4, il latte esaminato conterebbe valori di diossina superiori a quelli previsti dalla legge. Oltre al divieto di pascolo, l’ordinanza impone una serie di restrizioni sull’utilizzo di alimenti zootecnici provenienti dai comuni che fanno parte della zona a rischio. Il commissario straordinario ha anche invitato i cittadini a denunciare il possesso dei prodotti derivati dal latte e considerati a rischio. Vietato l’allevamento in spazi liberi degli animali da cortile.
Nella zona dove è stata individuata la diossina, il comune di Nola entra soltanto in maniera marginale. A specificarlo è la stessa ordinanza motivata però dalla necessità di tutelare la salute dei cittadini. Il provvedimento in questione non rappresenta in ogni caso una novità. Alcuni mesi fa i divieti interessarono anche una zona ai confini con San Paolo Belsito. Le condizioni in cui versano alcune zone periferiche della città dei gigli rappresentano un focolaio sempre acceso. È il caso della vastissima area di Bosconfangone, dove la presenza di insediamenti produttivi e commerciali tra i quali anche Cis ed Interporto, non è sufficiente a scoraggiare i corrieri delle ecomafie che da sversano e bruciano rifiuti di ogni tipo, a cominciare da quelli tossici.
E a nulla è servito il grido di allarme lanciato dai cittadini costretti a subire gli effetti dannosi di una pericolosa bomba ecologica. Il pericolo incombe nonostante i numerosi sequestri della Procura di Nola e l’intensificazione dei controlli da parte delle forze dell’ordine. A destare preoccupazione soprattutto gli incendi. Numerosi e dolosi. La tecnica è ormai collaudata e rappresenta un valido strumento per evitare di pagare lo smaltimento di rifiuti speciali, come gli scarti industriali e i resti non più utilizzabili delle automobili.
Episodi che, soprattutto nell’area di Bosconfangone, rappresentano una realtà con la quale fare i conti. Di recente a prendere fuoco fu una zona vastissima, circa mille metri quadrati nel bel mezzo della zona Asi, dove gli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Roccarainola rinvennero un grosso quantitativo di scorie di altoforno ed altri tipi di rifiuti tossici, dati alle fiamme prima e dopo il sequestro da parte della magistratura. Danno su danno, dunque. E gli effetti sono devastanti soprattutto in una zona dove bisogna fare i conti con l’inquinamento prodotto dalle cave e il degrado dei Regi Lagni.



IL MATTINO 30 LUGLIO 2003

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