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giovedì, Maggio 9, 2024
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«E’ LUTTO NAZIONALE»

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Sono rientrate ieri mattina in Italia le salme dei sei parà della Folgore rimasti uccisi quattro giorni fa in un attentato a Kabul. Nel pomeriggio di ieri, nonostante la pioggia, si è formata una lunga fila di persone che sventolano bandierine tricolori davanti al Policlinico militare Celio a Roma, dove a breve verrà aperta al pubblico la camera ardente.

Le salme sono arrivate dalla capitale afghana a bordo di un C-130 dell’Aeronautica, accolto all’aeroporto militare di Ciampino intorno alle 9.30 da un picchetto d’onore.Una volta sbarcate dall’aereo, avvolte dal tricolore e portate a spalla da paracadutisti della Folgore, le bare hanno ricevuto la benedizione dell’ordinario militare monsignor Vincenzo Pelvi, quindi il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha reso gli onori alle sei vittime.

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Sulla pista, oltre ai familiari dei parà uccisi, c’erano fra gli altri i presidenti di Senato e Camera Renato Schifani e Gianfranco Fini, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della Regione Piero Marrazzo, e i vertici militari.

Le bare, salutate sulla pista di Ciampino da un lungo applauso, sono state caricate sui carri funebri e portate all’Istituto di medicina legale, dove i professori Paolo Albarello e Ozrem Carella Prada hanno eseguito le autopsie.

Si svolgeranno questa mattina alle 11 i funerali di Stato per Antonio Fortunato, Roberto Valente, Matteo Mureddu, Massimiliano Randino, Giandomenico Pistonami e Davide Ricchiuto. I funerali si terranno nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, dove nel novembre 2003 furono celebrate le esequie delle vittime dell’attentato di Nassiriya.

Ieri, intanto, sono giunti in Italia i quattro militari rimasti feriti nell’attentato di Kabul, costato la vita anche a dieci civili afghani. Le loro condizioni sono buone e in queste ore vengono sottoposti a una serie di accertamenti.

Riguardo alla dinamica dell’attentato, sembra sia stato ormai appurato che subito dopo l’esplosione c’è stata una sparatoria, come ha spiegato ieri il generale Vincenzo Camporini, capo di Stato maggiore della difesa, nel corso del programma “In 1/2 ora” su RaiTre. «Lo scambio di colpi d’arma da fuoco ormai sembra appurato», ha detto Camporini parlando dei momenti immediatamente successivi all’esplosione.

Si sta invece ancora cercando di capire se l’autobomba sia stata fatta esplodere da un attentatore suicida a bordo – che si sarebbe inserito a questo scopo tra i due blindati “Lince” in viaggio dall’aeroporto di Kabul al quartiere generale dell’Isaf – o se il veicolo sia stato fatto detonare a distanza.

Attualmente, ha aggiunto Camporini, le stime sulla quantità di esplosivo contenuto nell’autobomba variano da 140 a 300 chili.

Ieri è giunta a Kabul la squadra del Ros, il Reparto operativo speciale dei carabinieri, incaricata dalla Procura di Roma che indaga sulla strage di effettuare le indagini sul posto.

Comandante Folgore: “Un attacco al giorno”. In un’intervista al quotidiano La Stampa, Rosario Castellano, comandante della Folgore e attualmente responsabile della Regione Ovest in Afghanistan, ha detto che gli italiani subiscono un attacco al giorno dai ribelli.

«Nel 99% dei casi gli è andata male e ci sono state perdite tra chi ci attaccava», spiega Castellano a Herat. In un mese, poi, sono state trovate e disinnescate dieci bombe piazzate lungo le strade. «Ovviamente – aggiunge il generale – non stiamo lì a dare conto di tutto quello che succede. Certe notizie è bene tenerle riservate». Attualmente i militari italiani impegnati in Afghanistan nell’ambito della missione Isaf della Nato sono circa 3.100, tra l’area di Kabul e la Regione Ovest. Finora hanno perso la vita nel Paese asiatico 20 militari italiani, 11 dei quali in attentati. (fonte Reuters)

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