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giovedì, Maggio 9, 2024
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Cronache e Corriere, dai mariti alle mogli

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articolo di www.iustitia.it




IL 31 LUGLIO i giornalisti di Cronache di Napoli e del Corriere di Caserta sono stati licenziati dall’Editoriale Corriere, la società controllata dai fratelli Maurizio e Pasquale Clemente. Dal primo settembre sono stati riassunti (quasi tutti) dalla Sud Notizie, una srl con capitale di 10.330 euro (di cui 3.099,03 versati), registrata il 25 luglio 2003. L’amministratore delegato della società è il casertano Ciro Schiavo, mentre la proprietà è divisa con quote paritarie tra due socie: Rosana Riccio, quarantaduenne
brasiliana di San Paolo, e Annalisa Moio, napoletana di trentuno anni, entrambe residenti a Montesarchio, in provincia di Benevento; la prima è la moglie di Maurizio Clemente, la seconda è la consorte del fratello Pasquale.
Per non perdersi nel vortice di sigle societarie vanno ricordati quattro passaggi: la Sud Notizie
Gianni Ambrosino e Vincenzo Colimoro

è il service che realizza Cronache di Napoli e il Corriere di Caserta; alla Sud Notizie l’incarico viene girato dalla Libra, cooperativa a responsabilità limitata; la Libra ha ottenuto dal primo agosto i due quotidiani in gestione dalla Editalia, la società proprietaria delle testate controllata per il 55 per cento dalla Tricovef dei fratelli Clemente e per il 45 per dall’Editoriale La Stampa; la gestione di Cronache e del Corriere fino al 31 luglio era affidata all’Editoriale Corriere, a luglio messa in liquidazione.
Con il girotondo societario che ha interessato i due quotidiani molto è cambiato, ma forse niente è cambiato, se alla fine si torna a Montesarchio, a casa dei fratelli Clemente. Il riassetto ha però aperto questioni delicate su diversi fronti. Cominciamo da quello sindacale.
L’Associazione napoletana della stampa, con il presidente Gianni Ambrosino e il segretario Vincenzo Colimoro, il 30 luglio ha sottoscritto un verbale di accordo con le rappresentanze aziendali dei giornalisti (Antonio Salvati per Cronache e Cesare Monteleone per il Corriere) e degli impiegati (Francesca Minichino), esponenti dell’Ugl, il sindacato vicino alla destra, di Napoli e Caserta (Pietro Carlana e Giuseppe Marro), un delegato della Libra, Domenico Palmiero.
Con la firma l’Assostampa dà il via libera a un accordo che presenta molti punti oscuri e lascia senza tutela gli ex dipendenti. Intervistato da Iustitia. Ambrosino ammette che ci sono situazioni ancora da chiarire, ma si vanta di aver ottenuto che tutti i redattori a luglio in organico a Cronache e al Corriere passassero alla nuova società, impegno garantito, dice, dalle

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Pasquale Clemente e Roberto Paolo
fotocopie delle lettere di assunzione fornitegli dall’editore.
“Il presidente dell’Assostampa, – fa notare uno dei giornalisti che vantano crediti dall’Editoriale Corriere – non
so se per approssimazione, ingenuità o cos’altro, fa affermazioni largamente inesatte. Al tavolo dell’accordo,

siglato nella sede del sindacato napoletano dei giornalisti, non ci sono né l’Editoriale Corriere, né la Sud Notizie, sono quindi assenti sia la società che licenzia che quella che assume. E nel verbale ‘Cronache di Napoli’ e ‘Corriere di Caserta’ non sono più definite testate, ma ‘marchi’ ottenuti in concessione. Si è poi parlato di immediata riassunzione di giornalisti e amministrativi, ma si tratta di un falso: il licenziamento scatta il 31 luglio, la riassunzione, per chi l’ha avuta, il primo settembre. E il mese di agosto? Nel verbale si fa cenno a una procedura di mobilità, ma ad agosto non c’è stata per i giornalisti nessuna mobilità perché sono rimasti inchiodati ai loro computer a realizzare giornali che uscivano senza le firma dei redattori, ma con una raffica di pseudonimi”.
Non meno duro il commento dell’ex redattore capo del Corriere di Caserta Roberto Paolo, ora capo servizio al Roma. “Nella vicenda che ha portato al verbale di accordo – denuncia Roberto Paolo – ci sono gravissime anomalie. Il 5 agosto Pasquale Clemente (fondatore e ex direttore del Corriere di Caserta, soltanto omonimo dei fratelli Clemente, ndr) e io abbiamo incontrato all’Assostampa Ambrosino e Colimoro. Eravamo in rappresentanza di undici giornalisti (con Clemente e Paolo, Gianluca Falco, Gabriella e Sonia Gatto, Salvatore Magliocca, Gerardo Manganiello, Maria Giovanna Pellegrino, Antonio Pisani, Biagio Salvati e Alessandro Urzì, ndr) che vantano crediti dal Corriere di Caserta. Il 28 luglio abbiamo inviato un fax al sindacato chiedendo di intervenire nelle trattative in corso. Il 5 agosto Ambrosino e Colimoro ci dicono che non hanno firmato alcun accordo, ma una bozza o una
preintesa. Prima di arrivare a sottoscrivere un testo definitivo hanno dettato condizioni vincolanti; tra queste la riassunzione dal primo agosto dei redattori delle due testate alla cooperativa Libra. Dopo averci ascoltato ci garantiscono che avrebbero posto una nuova condizione: precise garanzie per i diritti acquisiti dai
Ernesto Auci e Marcello Sorgi

giornalisti ex Corriere. Pochi giorni prima di ferragosto chiamo Ambrosino per fargli presente che i due quotidiani uscivano senza le firme dei giornalisti. Mi risponde che avrebbe fatto dei controlli, ma era sicuro che tutti i dipendenti erano già stati riassunti. A settembre mi trovo davanti un accordo firmato il 30 luglio, quindi prima del nostro incontro. E al sindacato mi dicono che le assunzioni hanno decorrenza 18 agosto e sono a carico di un service, Sud Notizie, che non figura in gerenza e non è tra i firmatari del verbale. Per di più nel testo non c’è traccia delle garanzie per i diritti acquisiti da noi ex dipendenti. Dunque non abbiamo avuto alcuna tutela dal sindacato, il cui comportamento mi appare scorretto e poco limpido. Oggi Ambrosino dichiara di aver dato priorità alla tutela degli occupati, mentre degli ex dipendenti si interesserà in futuro. La realtà è che con questi metodi ci si lava solo la faccia, si finge di mettersi la coscienza a posto, ma in realtà non si tutela nessuno, neanche gli attuali dipendenti, che domani si troveranno nelle nostre stesse condizioni. Con il timbro posto in calce al verbale di accordo l’Assostampa legittima la legge della giungla”.
Passiamo al fronte editoriale. Fino a pochi mesi fa Maurizio Clemente assicurava che le vendite erano in crescita e citava una certificazione Ads di oltre dodicimila copie tra Cronache e Corriere. Positivo era anche il trend della raccolta pubblicitaria affidata alla Publikompass. Nel verbale di accordo si scrive invece di un “grave dissesto economico e finanziario” dell’Editoriale Corriere, “dovuto soprattutto ai mancati introiti pubblicitari”.Una versione smentita dai dirigenti di Pk; il presidente è Ernesto Auci, l’amministratore delegato Angelo Sajeva, mentre in Campania il responsabile è Giancarlo Conte. “Stiamo andando avanti – fanno sapere i vertici regionali di Pk – secondo le linee programmate per il

Francesco Fabozzi e Gabriella Gatto
2003. Qualche mese fa c’è stata una lieve flessione, ma è già stata recuperata”.
All’inizio del prossimo anno scade il contratto della concessionaria con i due quotidiani e i dirigenti nazionali di Pk hanno fissato per il 26 settembre un incontro a Milano con Clemente. Ed è probabile che nella riunione si affronti

anche la questione dei pignoramenti avviati nei confronti di Pk da parte di alcuni creditori dell’Editoriale Corriere. Il primo appuntamento è fissato per il 17 ottobre davanti al giudice del tribunale di Milano. In quella sede verrà discusso il pignoramento per 85mila euro chiesto da Roberto Paolo e il rappresentante legale della Publikompass dovrà dire al magistrato se la concessionaria ha in cassa soldi raccolti per i due quotidiani campani.
Veniamo così al fronte più caldo, quello giudiziario. Continua a lievitare il numero dei creditori dell’Editoriale Corriere perché stanno arrivando via via a sentenza le decine di azioni promosse per contenziosi di lavoro e per articoli diffamatori. Citiamo alcuni casi. Sono cinque i procedimenti per diffamazione promossi, nella veste di rappresentante dell’amministrazione comunale, da Vincenzo Iodice, sindaco di Santa Maria Capua Vetere, assistito dall’avvocato Giovanni Petrella. E sono due le citazioni presentate dall’avvocato Angelita Carruocciolo per conto di Maurizio Mazzotti, l’ingegnere responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Santa Maria Capua Vetere, più volte attaccato dal Corriere.
Accanto ai creditori italiani, ci sono gli stranieri. Il 14 luglio la Global Transport di Vienna, assistita dagli avvocati Augusto Dossena e Paolo Rosini, ha chiesto al giudice della sezione distaccata di Caserta del tribunale di Santa Maria Capua Vetere l’emissione di un decreto ingiuntivo per 83mila euro e la concessione dell’esecuzione provvisoria nei confronti dell’Editoriale Corriere. Intanto il 14 ottobre è fissato un altro appuntamento in tribunale. Se non ci sarà opposizione, diventerà esecutivo il decreto ingiuntivo firmato dal giudice Giovanna Ascione della sezione distaccata di Caserta, che ha riconosciuto al giornalista Francesco Fabozzi un credito di 121.004, 86 euro, oltre interessi e spese legali, nei confronti dell’Editoriale Corriere. Fabozzi, difeso dall’avvocato Angelo Piraino, ha lavorato per il Corriere di Caserta da maggio del ’98 al settembre 2001, firmando 860 articoli nel 2000 e 629 nel 2001.
Di fronte a una situazione debitoria che diventa sempre più pesante i dirigenti dell’Editrice La Stampa, socia al 45 per cento dei fratelli
Clemente nell’Editalia, per ora hanno deciso di traccheggiare. Non è nell’interesse del quotidiano torinese andare a un confronto aspro con i Clemente perché le copie diffuse con Cronache di Napoli e con il Corriere di Caserta sono molto utili per garantire una copertura significativa in Campania e contribuiscono ai dati della diffusione nazionale. Quindi le perplessità e il dissenso sulle capriole societarie operate da Maurizio Clemente si è espresso in maniera molto soft, in sostanza soltanto con l’astensione dei due rappresentanti della Stampa (il capo dell’ufficio legale Angelo Cappetti e il direttore commerciale Francesco Rossi) nel consiglio d’amministrazione dell’Editalia che a fine luglio ha approvato il passaggio della gestione delle testate dall’Editoriale Corriere alla cooperativa Libra.
Si sta invece muovendo il comitato di redazione, formato da Luciano Borghesan, Flavio Corazza e Roberto Reale. “Lette le notizie pubblicate da Iustitia, – dichiara Borghesan – abbiamo chiesto all’amministrazione dell’Editrice di essere informati sull’assetto societario di Editalia, proprietaria delle testate, sulla Tricovef service, che ne controllerebbe il 55 per cento, e sui procedimenti giudiziari che sarebbero a carico di Giovanni Lucianelli, neo direttore responsabile delle due testate campane. Dopo l’incontro che probabilmente avremo il primo ottobre con l’amministratore delegato Ernesto Auci e con il direttore responsabile Marcello Sorgi, esprimeremo come cdr le nostre valutazioni sull’iniziativa che la Stampa ha avviato sul territorio campano”.
Ma per i dirigenti torinesi una spinta ad affrontare il nodo Editalia potrebbe arrivare dagli sviluppi delle azioni giudiziarie promosse da creditori dell’Editoriale Corriere che hanno deciso di tirare direttamente in ballo La Stampa. Capofila di questa linea è l’avvocato casertano Nicola Ferro, che ha avviato davanti al giudice Franca Mangano della prima sezione civile del tribunale di Roma undici cause per diffamazione con una richiesta complessiva di quattro miliardi di lire di risarcimento danni. Per una serie di articoli pubblicati dal Corriere di Caserta tra il 25 luglio e il primo agosto

Antimo Fabozzo e Nicola Ferro
2001 Ferro ha citato in giudizio La Stampa, l’Editoriale Corriere, la Tricovef, all’epoca proprietaria della testata, e l’allora direttore responsabile Antimo Fabozzo. “Oggi la situazione si è ulteriormente deteriorata; – spiega l’avvocato Ferro – io creditore dell’Editoriale Corriere e dell’Editalia ad agosto apro il

giornale e vedo una gerenza in cui la testata non è più ‘Corriere di Caserta’, ma ‘L’Occhio sulla Città’ con registrazione al tribunale di Napoli numero 3776 del 19 luglio 1988. Il Corriere di Caserta diventa una specie di testatina interna, una sezione del giornale ed è scomparsa dalla gerenza la registrazione della testata. Temo che con questa scelta l’Editalia e l’Editoriale Corriere possano causare lo svilimento del patrimonio societario che è costituito unicamente dalle testate. Gli amministratori dell’Editalia, inclusi i rappresentanti della Stampa Cappetti e Rossi, dovranno spiegare a quale finalità rispondono scelte che oggettivamente impoveriscono il patrimonio societario. Per quel che riguarda in maniera specifica la Stampa, c’è da osservare che dal primo agosto il quotidiano di Torino sta facendo il panino con la cooperativa Libra, che ha usurpato le testate Cronache di Napoli e Corriere di Caserta. Mi pare che dall’intera vicenda stanno emergendo fatti che potrebbero avere rilevanza non soltanto civile, ma anche penale”.




http://www.iustitia.it/6_settembre/documenti/apertura.htm

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