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venerdì, Marzo 29, 2024
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Ulivo: minimo strorico dal 13 Maggio ad oggi

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Se il governo Berlusconi gode di ottima salute, tale da consentirgli di decidere su tutto e su tutti, l’Ulivo tocca il fondo e si spacca, compromettendo la sua stessa “esistenza”.
I responsabili sono Rutelli, Fassino e D’Alema; non sono da meno altri personaggi della sinistra che, negli ultimi giorni, hanno giocato a fare i “franchi tiratori” contro l’interesse della coalizione stessa.
Fino a qualche giorno fa, Massimo D’Alema era il candidato DS per la rappresentanza di minoranza alla “Convenzione Europea” per l’Italia. Secondo Fassino, attuale segretario DS, uscito vincitore dall’ultimo congresso sul rivale Berlinguer, la candidatura di D’Alema era stata resa ufficiale al presidente del Senato ed era stata concordata con Rutelli, leader dell’Ulivo.
A sorpresa il presidente del Senato, ha designato Lamberto Dini, ex premier ed esponente di spicco della Margherita, come rappresentante di minoranza alla Convenzione.
Mentre D’Alema fa gli auguri a Dini, tutti nei DS annunciano: «è una gravissima rottura politica. E’ in discussione l’Ulivo e nell’Ulivo la leadership di Rutelli».
Esponenti di spicco dei DS: Agnus e Berlinguer, se la prendono con Fassino, Rutelli e Pera, il primo per non essere stato consultato dal presidente del Senato in qualità di Presidente dei senatori DS; il secondo per non essere stato avvisato dal segretario DS, che – afferma – «ha agito con “ingenuità e dilettantismo”».
L’unico dato certo è il successo di Berlusconi, perché per D’Alema quel biglietto Roma-Bruxelles era un’occasione, e ora che non farà parte dei padri costituenti europei, fatica a trattenere il proprio risentimento, paragonato al modo in cui è maturato il fallimento; così per il Cavaliere, D’Alema è fuori da tutti giochi.
«Non si poteva negare a D’Alema, in qualità di ex presidente del Consiglio, la rappresentanza dell’opposizione nella Convenzione – commentano i diessini – Anche Dini è un ex presidente del Consiglio appartenente alla coalizione di centro sinistra» rispondono dalla Margherita.
La rottura è forte e ampia, tale da poter considerare la non più necessità di tenere ancora in piedi l’Ulivo, quindi, se non c’è più la coalizione, ci può essere ancora un leader?

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