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venerdì, Marzo 29, 2024
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UN GIORNO PER RICORDARE LE VITTIME DELLA SHOAH

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QUALIANO – Tra oblio e ricordi, il dovere della Memoria. Anche Qualiano ha celebrato ieri la giornata del ricordo: il tributo alle vittime della Shoah. E’ una data cui aggrapparsi, il 27 gennaio. 57 anni fa, in quel giorno, furono abbattuti i cancelli di Auschwitz, sui quali si ergeva la scritta “Arbeit Macht Frei” (Il lavoro rende liberi). Anniversario di liberazione, che tiene alto il sipario sull’orrore inumano. Ieri mattina il circolo territoriale “Gea” di Legambiente ha organizzato una visita alla mostra realizzata dalla scuola media “Giuseppe Verdi” di via Silvio Pellico: l’occasione per apprezzare il lavoro di ricerca e di documentazione svolto dagli studenti. L’ impegno della sezione di Legambiente , attiva anche in campo sociale e culturale, unitamente al corpo docenti, è stato quello di promuovere in questi giorni l’iniziativa locale . “Senza memoria non c’è futuro, il ricordo come antidoto alle violenze di oggi” si legge sui volantini diffusi. Tante volte, commemorando lo sterminio del popolo ebreo perseguitato dal regime nazista, si conclude con un “mai più” che rimane come sospeso, imprecisato. A distanza di qualche decennio il dovere della memoria diventa dunque anche un dovere di rigore storico che insegni come e quando l’atrocità della Shoah è stata realizzata. L’appuntamento di ieri è stato perciò un excursus di quegli anni drammatici. Studenti e genitori, professori e cittadini hanno ripercorso quel periodo orrendo della storia grazie ad una mostra fotografica, diapositive, proiezioni video. Le foto, i documenti e i cartelloni realizzati dagli studenti sono stati filmati in un videocassetta mostrato al pubblico ieri mattina dal titolo “I giovani e la memoria: la Shoah” .
“Ricordare è un dovere – scriveva Primo Levi già nel 1946 in ‘Se questo è un uomo’- quell’ esperienza non è stata priva di senso, i Lager non sono stati un incidente, un imprevisto della Storia”. Lo scopo (qui alla “Verdi” come altrove) è stato quello di lasciare un segno alle future generazioni, di parlare ed educare i giovani alla riflessione e all’impegno, di cogliere, senza mai sottovalutarli, i segni premonitori del nostro tempo, che potrebbero ripercorrere l’infelice e drammatica escalation che condusse al fascismo e al nazismo, o anche a situazioni simili, seppure meno eclatanti.
All’ingresso del padiglione italiano ad Auschwitz si trova inciso questo monito di Primo Levi: “Visitatore fa che il tuo viaggio non sia stato inutile, che non sia stata inutile la nostra morte. Per te e per i tuoi figli le ceneri di Auschwitz valgano di ammonimento: fa che il frutto orrendo dell’odio, di cui hai visto qui le tracce, non dia nuovo seme, né domani, né mai”. E forse non c’è frase di circostanza più adatta.
La mostra fotografica, per la quale non sono mancati molteplici apprezzamenti, sarà aperta al pubblico tutta la settimana.

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