In una città commissariata per infiltrazioni camorristiche, è dura provvedere al ripristino della legalità quando, anche per le piccole cose, “chi dovrebbe controllare necessita di essere controllato”. Questa mattina, la seconda porta d’ingresso del Comune è stata lasciata aperta, attaccata con una catena ad un chiodo fissato nel muro. Tutto normale se non si considera che poche settimane fa i commissari straordinari hanno ordinato una regolarizzazione del flusso d’accesso dei cittadini alla casa comunale. L’ordinanza prevedeva l’installazione di una videocamera all’ingresso, l’istituzione dell’ufficio Pass, ma soprattutto il bloccaggio della seconda porta che può, anzi, deve essere aperta soltanto da uno dei dipendenti che lavorano allo sportello d’ingresso del Comune, semplicemente premendo un pulsante. Purtroppo, premere un pulsante, a volte, è una gran fatica. Così come è una gran fatica chiedere ai cittadini in quale ufficio devono recarsi. Si perché il nuovo dispositivo d’accesso è nato anche per rispondere all’esigenza di comprendere quali settori dell’Ente comunale ricevono più richieste e quindi necessitino di un potenziamento. Ciò che lascia perplessi, però, è che al Comune stamattina si sono recati numerosi dirigenti. Nessuno di loro, però, si è chiesto come mai la porta fosse aperta. Una domanda sorge spontanea: come si può chiedere ai cittadini di rispettare le regole quando sono gli stessi amministratori a non dare il buon esempio? Ci auguriamo che si capisca chi abbia avuto la brillante idea di lasciare la porta aperta. La sua azione dovrebbe essere stata filmata dalla videocamera. Ed è un peccato che, proprio oggi, i commissari straordinari non fossero presenti negli uffici comunali.
Giugliano. Buco nella sorveglianza degli accessi agli uffici del Comune
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