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HomeCronacaGiugliano. Operazione 'Domitia Village': prosciolti i familiari di Raffaele Giuliani

Giugliano. Operazione ‘Domitia Village’: prosciolti i familiari di Raffaele Giuliani

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Finirono in manette nel febbraio del 2012, con l’accusa di intestazione fittizia di beni, nel corso dell’operazione “Domitia Village”, condotta dalla Guardia di Finanza, dove furono arrestate 13 persone e furono sequestrati beni per circa 250 milioni di euro (leggi l’articolo del 2012). Oggi presso l’Ufficio 9 del Gup di Napoli – Giudice Miranda, 11 tra le persone indagate sono state prosciolte dall’accusa di essere prestanomi per conto dei clan “Mallardo” di Giugliano, “Polverino” di Marano e dei “Casalesi” e un’altra persona è uscita dal processo a causa della prescrizione del reato di cui è accusata. Resta nell’inchiesta solo Raffaele Giuliani, classe 1954, che attende ancora il giudizio immediato presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Dopo 3 anni e sette udienze preliminare, quindi, sono stati assolti Maria Carmela Giuliani (sorella di Raffaele) e Luisa Cirri Rescigno (madre di Raffaele Giuliani) entrambe difese dall’avvocato Vittoria Pellegrino, prosciolto anche il cugicno omonimo di Raffaele Giuliano, classe 1952, difeso da Giuseppe Pellegrino. Il giudice ha disposto l’immediata restituzione di un ingente patrimonio che nel 2012 finì sotto chiave. Prosciolti perché “il fatto non sussiste”, anche Alfonso Scalzone, Antonio Russomando, Giuseppe Gravante, Carmine Noviello, Domenico Romano, Carlo Simeoli, Vincenzo Simeoli e Antonio Aldo Scalzone. Prescritto invece il reato per Carmela Sangiuolo, moglie di Raffaele Giuliano, difesa dall’avvocato Vincenzo D’Alessandro.

Gravissime accuse, portarono le fiamme gialle a far scattare l’operazione il 22 febbraio del 2012. Si trattava della costruzione del Parco “Domitia Village” a Lago Patria, un compresso turistico con lido balneare e maneggio. Per gli inquirenti, “l’affare si concretizzò con un patto tra il clan dei Casalesi e gli imprenditori del Casertano, realizzato anche grazie alla compiacenza di funzionari della Pubblica amministrazione e ambienti della politica locale”. In quella occasione furono eseguite 14 ordinanze di custodia cautelare. Tra gli arrestati, a tre dei quali venne stato concesso il beneficio dei domiciliari, figura anche Raffaele Giuliani, già accusato nel 2004 di essere organico al clan e condannato con sentenza passata in giudicato, che oggi attende il giudizio immediato presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Per gli inquirenti “Giuliani continuava a gestire le attività edili per conto della camorra nel territorio di Castelvolturno e Casaluce ottenendo da funzionari pubblici concessioni illegittime, stringendo patti con la fazione dei Casalesi che fanno capo al boss detenuto all’ergastolo Francesco Bidognetti”. Nell’inchiesta finirono anche funzionari e politici dei comuni del Basso Casertano.

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