L’endorsement pubblico di Giovanni Chianese all’aspirante candidato sindaco Luigi Sarnataro, ha creato malumori all’interno del Pd. Secondo molti il tentativo ha rappresentato sia l’intento di destabilizzare il dialogo per la creazione di un centrosinistra sia un assist all’ex capogruppo Pd che è in corsa per la figura di candidato sindaco del Pd insieme a Carlo Albanese e Pierluigi Schiattarella. Non può sfuggire che Chianese, insieme alla sua civica Upm, rappresenti un importante bacino di voti. Albanese ha deciso di replicare in merito agli ultimi sviluppi.
L’apertura dell’esponente Upm ha scosso il centrosinistra. Crede che sia stato un favore verso Sarnataro a discapito suo e di Schiattarella?
Molti vedono nel Pd un interlocutore o addirittura il partito dove risiedere in futuro. Ritengo che nessuno possa venire a decidere per noi. Le aperture, che altre formazioni politiche fanno, devono rispettare il modus operandi del Pd e le sue deliberazioni ottenute attraverso il direttivo e la delegazione. Il partito ha deciso in maniera unitaria di non svolgere le primarie ma individuare 3 nomi da mettere a disposizione della futura coalizione. Questo discorso vale per i soggetti esterni che vogliono aprire un dialogo con Pd. Qualsiasi tentativo di focalizzare l’attenzione su un nome, senza far parte di un progetto, significa soltanto spaccare il Pd.
Non crede che l’accaduto sia frutto di un momento di stasi nella creazione della vostra coalizione?
Si, è’ un tentativo di rompere un equilibrio che per molti è insoddisfacente ma è anche frutto della confusione. Veniamo accusati dai Moderati e dall’area Porcelli-Micillo di non voler lavorare per un centrosinistra organico. Se si fa un’analisi di questi due schieramenti notiamo che raccolgono in maniera disomogenea e trasversale realtà che vanno dalla sinistra alla destra. Il Pd è l’anima pulsante del centrosinistra e raccoglie i partiti che storicamente ne hanno fatto parte. Sono le altre forze che ci devono far capire se vogliono partecipare o vogliono garantire le proprie posizioni personali.
Alla presentazione delle liste manca circa un mese, non la preoccupa che all’interno della vostra coalizione ci sia ancora confusione?
Ritengo che si debba portare il lavoro su un livello successivo. Abbiamo costruito un aggregazione, non è un problema se sarà insufficiente, e dobbiamo arrivare ad una condivisone programmatica e scegliere il candidato sindaco nella rosa dei nomi. Anche altri schieramenti non hanno manifestato la loro struttura, programma e candidato. Basta con il tergiversare e arrivare a punti di contatto con altri, noi dovremmo andare avanti. Forse partendo da questa scelta gli altri compiranno le loro. E’ un rischio ma dopo saranno chiari gli intenti di cambiamento che tutti a chiacchiere manifestano.
Nell’ultimo vostro incontro di coalizione è emersa una condivisione sul programma ma sono due i nodi cruciali sospesi: allargamenti e la scelta del candidato sindaco. Preoccupa soprattutto il primo, come vi muoverete?
Abbiamo fatto un tentativo nel coinvolgere coloro che si sono professati all’interno del centrosinistra, non fondendo progetti diversi. Personalmente ho perso le speranze su questo proposito. Ormai i tempi sono stretti. La cittadinanza ha bisogno di avere le idee chiare su chi si presenterà al governo della città. Se non c’è un ripensamento dell’ultimo minuto, i giochi sono fatti. Chi ha sbandierato il rinnovamento e riproporrà volti noti dagli incerti risultati, riceverà dalla cittadinanza la giusta risposta elettorale.
PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ

