Secondo gli inquirenti Antonio Pastella avrebbe curato gli interessi di Mariano Riccio a Marano, il genero di Pagano arrestato a Qualiano il 4 febbraio del 2014, ma era obbligato a versare una quota agli Amato e questo, probabilmente è alla base dell’omicidio: Pastella e Amato erano entrati in contrasto e per questo, i killer ieri lo hanno ucciso. Dopo l’arresto del baby boss Mariano, gli equilibri sono cambiati, l’ala del clan dei pagano si è indebolita e quella degli Amato sta prendendo il sopravvento. Il delitto di ieri rientrerebbe in un riequilibrio di poteri, una sorta di selezione naturale tra i più forti nei confronti dei più deboli, dove la supremazia si misura a suon di omicidi.
Durante la latitanza di Mariano Riccio, Antonio Pastella avrebbe svolto un ruolo importante, tanto che sempre secondo gli inquirenti, Pastella era il suo braccio destro e insieme al fratello Egidio, avevano il compito di provvedere al trasporto e alla custodia del danaro provento delle attività illecite del clan. La tesi è sostenuta dai collaboratori di giustizia, tra cui Rosario Guarino, al tempo esponente dei Vanella-Grassi, alleati con gli Amato-Pagano.
Il delitto tra la folla. Pastella è stato ucciso fuori al Bar De Rosa, zona centralissima di Marano, sul Corso Europa, dove ogni ora transitano migliaia tra pedoni e automobilisti. I killer lo hanno raggiunto nel bar e dopo averlo guardato in faccia, hanno fatto fuoco sei o sette volte, lasciando il corpo esanime sull’asfalto, tra il gazebo e il bar. «Ero lì cinque minuti prima» ha raccontato una donna che si trovava sul luogo dell’omicidio. Per gli inquirenti, i killer avrebbero più volte perlustrato la zona nei minuti precedenti il raid, per assicurasi che pastella fosse nel bar e solo dopo, essersene accertati, sarebbero entrati in azione. Erano in due a bordo di uno scooter, mentre il complice attendeva in strada, l’altro stava compiendo il lavoro sporco. Dopo l’omicidio la fuga e il panico tra la folla.

