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HomeCronacaAntonio Pastella freddato come un boss: sopralluoghi dei killer prima del raid

Antonio Pastella freddato come un boss: sopralluoghi dei killer prima del raid

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Un agguato in piena regola. Tutto sarebbe stato studiato nei minimi particolari. Pastella è finito nelle mani di killer professionisti che hanno agito calcolando ogni mossa. I suoi spostamenti, le sue abitudini e il suo modo di agire, era stato analizzato con cura, non solo nelle ore precedenti l’assassinio, ma anche nei giorni prima. Secondo gli inquirenti, infatti, i sicari non sarebbero arrivati a caso davanti al Bar De Rosa del Corso Europa, dove giovedì poco prima del 13 è stato freddato il 37enne Antonio pastella, ma avrebbero perlustrato accuratamente la zona, con continue ispezioni. Un’auto, anzi un furgone: Fiat Doblò, avrebbe più volte percorso l’arteria commerciale di Marano, dove di li a poco, è stato ucciso Pastella. In più occasioni, sempre secondo gli inquirenti, i killer hanno desistito a compiere l’assassinio, a causa della presenza di molti passanti sul posto. La zona infatti è molto frequentata e forse, per questo, Pastella si sentiva al sicuro. Solo quando le condizioni sono apparse meno caotiche, è scattato l’ok per far partire il commando. Il furgone è stato dato alle fiamme e ritrovato in serata, a Mugnano, da alcuni residenti che hanno allertato i vigili del fuoco. Intanto tutti gli indizi raccolti dai carabinieri sono al vaglio della procura. Sulla matrice del delitto non ci sono dubbi: Pastella è stato ucciso in uno scenario camorristico relativo al controllo degli affari illeciti nell’area a nord di Napoli, in particolare, a causa degli attriti tra gli Amato e i Pagano. Pastella era ritenuto il luogotenente di Mariano Riccio a Marano, il baby boss latitante arrestato nel febbraio del 2014 a Qualiano.

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