Ore calde per il Partito Democratico. Questa sera, è stato convocato d’urgenza il direttivo locale per discutere della situazione che ruota intorno ad Antonio Poziello. L’attuale candidato sindaco dei democrat è stato coinvolto in un’inchiesta giudiziaria relativa al 2008 quando ricopriva il ruolo di dirigente regionale nell’amministrazione Bassolino. «Mi è stata contestata una procedura burocratica – ha affermato Poziello in un’intervista al quotidiano La Repubblica – sono sereno e ho sempre nutrito profondo rispetto per i magistrati». Il candidato sindaco del Pd è accusato di truffa aggravata, turbativa d’asta e associazione a delinquere. Domani mattina, a seguito dell’udienza preliminare, si saprà se Poziello sarà rinviato a giudizio o meno.
Intanto, gli esponenti locali del partito, anche i tre competitors di Poziello alle primarie (Giovanni F. Russo, Raffaele Pacilio e Nicola Pirozzi), fanno scudo intorno al proprio candidato sindaco. «Secondo le condizioni dello statuto comunale e della legge ordinaria – affermano dal direttivo – Antonio Poziello resterà il candidato sindaco di Giugliano, a meno che non sia lui a decidere di dimettersi. In quel caso sarà il direttivo locale a scegliere un’altra figura, non di certo la segreteria provinciale o addirittura Roma». Sono due le ipotesi in campo: o si dovrà commissariare la segreteria locale oppure Renzi dovrebbe decidere di ritirare il simbolo del Pd a Giugliano se gli esponenti locali del partito non si adegueranno alle direttive della segreteria nazionale.
Una situazione intricata, spinosa che va a ledere tutto ciò che era stato fatto fin’ora. Non solo, andrebbe a delegittimare il circolo locale, ma soprattutto a mortificare le oltre 10mila persone che si sono presentate alle urne l’8 marzo per esprimere il proprio ideale candidato sindaco, in particolar modo le circa 4mila che scelsero di sostenere Poziello. Dal giorno successivo a quella che sarebbe dovuta essere una “festa democratica”, sino ad oggi, Antonio Poziello e il direttivo locale hanno lavorato ad alleanze e programmi. Il Pd sembrava lanciatissimo verso la vittoria delle elezioni del 31 maggio, grazie alla determinazione del suo candidato sindaco. Il terremoto che si abbattuto all’interno del partito negli ultimi giorni, però, potrebbe seriamente cambiare le carte in tavola.
Se dovesse arrivare il rinvio a giudizio per Poziello, il Pd nazionale dovrà decidere il da farsi. Ma perché allora Carpentieri non ha vagliato la posizione di Antonio Poziello prima della sua candidatura alle primarie? A rispondere è proprio il segretario provinciale del partito. «Sarebbe stato preferibile risolvere questa situazione prima delle primarie – sostiene Carpentieri – e questi accertamenti li avrebbe dovuti fare il comitato organizzativo locale in primis. In questi giorni ho acquisito più informazioni relative alla vicenda in cui è coinvolto Antonio Poziello. Sabato scorso, in una riunione in cui era presente anche il segretario cittadino Giuliano Quaranta, l’ho invitato a fare un passo indietro e a ritirare la propria candidatura». Insomma, per Carpentieri, Antonio Poziello sembra non poter essere il candidato sindaco del Pd a prescindere dal rinvio a giudizio.
Sulla questione è intervenuta anche la deputata Pd giuglianese Giovanna Palma: «Massima solidarietà alla persona. Speriamo che esca pulito dai problemi giudiziari in cui è coinvolto. Proprio per questo motivo, però, vi è una responsabilità etica oggettiva da parte di Antonio Poziello che non si sarebbe proprio dovuto candidare, essendo coinvolto in vicende giuridiche, in un Comune sciolto per infiltrazioni camorristiche. Poi mi chiedo, come mai la segreteria locale afferma di non aver controllato carichi pendenti e casellario giudiziario prima delle primarie? Le responsabilità, quindi, sono a monte. Chi ci rimetterà le penne sarà soltanto il Partito Democratico». Poi aggiunge: «Io sono scesa in campo per difendere il mio partito e per tutelare i principi di legalità e trasparenza. L’unica cosa che può fare Poziello per ridare credibilità al Pd è fare un passo indietro e ritirare la propria candidatura».


