«Siamo ancora scioccati e increduli per quanto è successo ieri pomeriggio». Scene che si vedono solo in televisione, lontane dalla nostra cultura e del nostro modo di vivere. Perfino la criminalità che qui da noi uccide a sangue freddo, lo fa in modo mirato e selettivo. Uno che spara dal balcone di casa sua, dopo aver ucciso due persone: sua cognata e suo fratello, dirige l’arma sulla strada e spara all’impazzata sui passanti: è pura follia. Giulio Murolo, dopo la resa ha saputo solo dire: «Ho fatto una cazzata». Se gli agenti lo avessero lasciato solo un minuto alla folla inferocita, lo avrebbero linciato. Ora invece con un’accusa di quadruplice omicidio e tentato omicidio di altre sei persone, l’infermiere di Secondigliano non ha molte speranze di continuare a vivere da uomo libero. Molti però si chiedono «qual è la sua condanna?» E’ una domanda non facile, poiché si può immaginare che Murolo sia semplicemente un folle e potrebbe non concepire la gravità di quanto è accaduto, per sua responsabilità. Oppure potrebbe solo aver avuto un raptus e nella consapevolezza di quello che è successo, potrebbe non darsi pace, per molti anni a venire: questa sarebbe la sua condanna peggiore.
Armi facili. Murolo viene descritto come un tipo “silenzioso e poco socievole”. Non si era mai sposato e aveva questa grande passione per le armi. Sembra infatti che in casa avesse un arsenale. Detenere un’arma per uso sportivo, non è difficile. Bastano un paio di certificati e 80 euro. Non ci sono controlli periodici e il rinnovo viene fatto ogni sei anni. Quelle delle “armi facili” è sempre stato un dibattito controverso in Italia. Mentre da un lato si tende a restringere la possibilità di concedere armi, anche per uso sportivo, c’è chi dall’altro lato, chiede maggiori aperture, soprattutto per la difesa personale.
Controllato a vista. Dopo l’arresto e l’interrogatorio da parte degli agenti e dal pubblico ministero, Giulio Murolo è stato trasferito presso il carcere di Poggioreale. Per i poliziotti che lo hanno sentito, Murolo non si è ancora reso conto di quello che ha fatto e forse lo farà solo tra qualche giorno, quando la sua mente riacquisterà un poco di lucidità. Forse allora capirà di aver distrutto la vita di molte persone. Gli agenti hanno fatto scudo per evitare che venisse linciato dalla folla, che lo insultava. Si teme che dal carcere in cui è stato trasferito, possa fare un’ennesima follia, l’ultima cioè quella di uccidersi. Per questa ragione è guardato a vista in un reparto speciale del carcere. Per tutta la notte un agente della polizia penitenziaria lo ha guardato cercando di non fargli commettere pazzie. Nella sua cella è stato rimosso tutto ciò che poteva rappresentare un pericolo per lui, compresi i lacci delle scarpe. Verrà perfino evitato il contatto con gli altri detenuti.


