Villa Maria – La Lanterna è all’avanguardia da sempre nel campo della ristorazione, ma il progetto che sta nascendo in questi giorni è uno dei più ambiziosi a livello internazionale. Un mix tra cucina tradizionale e tecnologia sta facendo nascere quello che gli esperti già definiscono la Cucina 2.0: “Dal peschereccio alla tavola”. «Vogliamo dare ai nostri clienti uno strumento in grado di far conoscere con estrema precisione, qual è la provenienza del pesce che stiamo servendo, in particolare il luogo di pesca, il nome del peschereccio e l’azienda che lo ha commercializzato. Porteremo il pesce in tavolo entro 24 ore dalla pesca» affermano Federico e Gianni Menna, fratelli titolari del noto ristorante villaricchese.
L’idea è di una startup della provincia di Foggia, la Minaba di Manfredonia di Enzo Grieco, già noto a Villaricca, per aver fatto parte dello staff di Villa Maria. Grieco è stato ospite venerdì sera, nel corso di una serata di degustazione, con lo chef Lucio Mele di Manfredonia, per illustrare l’iniziativa che ha già riscosso molto successo: «Qui mi sento a casa – ha detto Grieco – ho trascorso anni stupendi e questo mi ha stimolato per un progetto nuovo: “Dal peschereccio alla tavola”, ovvero pesce cucinato, freschissimo, pescato da meno di 24 ore. Un progetto difficile, ambizioso – ha poi aggiunto Grieco – perché si va incontro a mistificazione. La non conoscenza di ciò che si acquista, porta a commettere errori. Abbiamo creato una startup, in collaborazione con l’università, che ci ha permesso di realizzare un’App denominata “Mamo” da cui è possibile accedere a una serie di servizi. Grazie ad un codice di tracciamento è possibile conoscere la storia di un pesce – ha spiegato Grieco – a partire da quale peschereccio è stato pescato, in quale zona, con quale metodo e con quali attrezzature». Un sistema innovativo che permetterà alla cucina e quindi ai ristoranti che l’adotteranno, di fare enormi passi avanti per quanto riguarda la qualità. L’App inoltre consente di conoscere in tempo reale anche i dettagli su quale tipo di pesce è stato scaricato in una determinata zona e un un determinato ristorante: “Innovazione ad altissimo livello”.
Nel corso della serata di degustazione, ai sommelier Antonio Palma e Maurizio Di Domenico è toccato l’abbinamento dei vini, per creare amalgama tra piatto e bicchiere di vino: il Cruditè assortito del Golfo di Manfredonia è stato servito con Asprino di Aversa spumantizzato Masseria Campito, il Risotto di mare con verdurine primavera, invece, è stato accompagnato da uno Chardonnay di ST. Michael-Eppan, il Filetto di Tonno al pane profumato, con un Fiano di Avelino di Terradora. Il dolce infine, di Fragole, albicocca e menta con gelato all’aceto, con un Picolit “Le Vigne di Zamò”.
NELLA FOTO di Fabio Caiazzo (da sinistra): Antonio Palma (sommelier), Gianni Menna (titolare Villa Maria) Ezio Grieco (Minaba), Federico Menna (titolare Villa Maria), Maurizio Di Domenico (sommelier)


