La camorra non hai mai smesso di farsi spazio nel territorio pugliese. Lo dimostra un’operazione denominata “Bingo”, condotta dai carabinieri dei Comandi Provinciali di Lecce, Napoli e Caserta, che alcuni giorni fa hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Lecce, Simona Panzera, su richiesta del Sostituto Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, Giuseppe Cataldi. Nel corso del blitz sono state state arrestate 16 persone e ad altre 4, è stata notificata l’ordinanza in carcere. Per tutti l’accusa è di appartenere ad un’associazione finalizzata ai furti di armi e documenti d’identità, detenzione e porto abusivo di armi, ricettazione, contrabbando di tabacchi lavorati esteri e altro.
In manette sono finiti: Pietro Aruli, 34enne di Melito di Napoli; Giuseppe Barretta, detto “Peppe”, 35enne di Melito di Napoli; Renato Bottone, 32enne di Melito di Napoli; Antonio (detto “Tonio”), Francesco (detto “Franco” o “O Pazzo”) e Carolina Criscuolo, rispettivamente 37enne, 42enne e 26enne di Melito di Napoli; Vincenzo Famà, 51enne di Melito di Napoli; Bernardo Russo, 33enne di Melito di Napoli; Rosaria Altieri, 21enne di Saviano (Napoli); Mohamed Belkhadri, 57enne marocchino residente a Striano (Napoli); Larbi Ihissi, 46enne marocchino residente a Casaluce (Caserta); Abdelhabi Marouane (detto “Alì”), 30enne marocchino, domiciliato a Frignano (Caserta); Carmine Aruli, 57enne di Castel Volturno (Caserta); Dalip Croj, 44enne albanese, residente a Santa Maria Capua Vetere (Caserta); Mustapha e Mohamed El Faiz, rispettivamente 48enne e 51enne marocchini, residenti a Santa Maria Capua Vetere (Caserta); Elena Polikarpova, 45enne russa, residente a Santa Maria Capua Vetere (Caserta); Pasqualle Borrelli, 60enne di Napoli.
L’operazione dei militari dell’Arma, parte dalle indagini avviate nell’estate scorsa, dopo un furto di documenti d’identità in bianco e armi appartenenti agli agenti della polizia locale di Gallipoli. Le immagini di videosrveglianza, ripresero l’attività della banda all’opera e da successivi controlli, emerse che si trattava di personaggi provenienti dall’hinterland nord di Napoli. In quell’occasione furono rubate 12 pistole Beretta, 150 proiettili, 3000 euro in contanti e un migliaio di carte d’identità in bianco. L’attenzione degli inquirenti si concentrò subito a Melito di Napoli, dove operava una banda con le stesse caratteristiche di quella che il 31 luglio ha agito a Gallipoli. Oltre ai metodi tradizionali d’indagine, gli inquirenti si sono serviti anche di sofisticati sistemi di intercettazione, da cui emerse l’esistenza di “un sodalizio criminale campano, fondato sulla parentela e amicizia che lega molti sodali, con sede operativa a Melito di Napoli. Un gruppo molto ben organizzato – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – in cui ogni componente ricopriva uno specifico ruolo con attenzione alla selezione degli obiettivi e alla scelta della tecnica d’intervento più idonea. Un gruppo che usufruiva dell’uso di mezzi idonei a raggiungere il suo scopo e a trasportare il materiale trafugato”. A capo della gang sgominata dai carabinieri di Lecce, c’era Francesco Criscuolo, inoltre, già noto per le sue attività concentrate sul contrabbando di tabacchi lavorati esteri e nel traffico di armi, come documentato dalle indagini che hanno portato al sequestro di 2280 stecche di sigarette.
Le carte d’identità rubate finivano con l’alimentare il mercato della disperazione perché, nella maggior parte dei casi, finivano nelle mani di un altro sodalizio criminale formato da nordafricani, collegati ad albanesi e dediti al traffico di documenti falsi per gli immigrati clandestini. È importante sottolineare che una delle pistole rubate a Gallipoli è stata trovata lo scorso 4 settembre, a Napoli, in possesso di Raffaele Vastarello, soggetto appartenente all’omonimo clan della Camorra. Inquietante anche il ritrovamento da parte dei Carabinieri della Compagnia di Giugliano di quattro pistole, di una mitraglietta, un silenziatore e munizioni, riconducibili al clan Amato – Pagano, avvenuto il 2 ottobre scorso, in una zona roccaforte dei Criscuolo. Le carte d’identità sono state trovate in possesso di extracomunitari fermati in Germania, Irlanda, Grecia, Belgio ed Italia. Quei documenti sono serviti a consentire l’ingresso di cittadini siriani, albanesi, palestinesi, iraniani ed afghani.


