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Riano resta in carcere. Per gli inquirenti è lui il killer dei coniugi Simeone

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Antonio Riano, il fioraio 27enne accusato dell’omicidio dei coniugi Simeone, resta in carcere. A nulla sono valse le richieste del suo difensore di ottenere gli arresti domiciliari. A distanza di oltre un mese, proseguono le indagini per fare luce sul duplice delitto. Riano fu incastrato da un’impronta digitale intrisa di sangue, trovata sulla portiera del taxi abbandonato sul luogo dopo furono poi trovati i corpi di Luigi Simeone e Immacolata Assisi. Ad aggravare la sua situazione, ci sarebbero nuovi indizi, emersi nelle scorse ore: tracce ematiche e nuove impronte sarebbero state trovate nel bagagliaio della vettura. La scoperta sarebbe emersa nel corso dei rilievi della scientifica che nelle ultime settimane ha scandagliato palmo a palmo ogni centimetro della vettura. Nei giorni immediatamente successivi all’arresto di Riano, gli investigatori ricostruirono le fasi dell’efferato delitto e le ore immediatamente successive. Il cellulare di Riano sarebbe rimasto agganciato alle celle di Via Riuparia, dove si trova la Cava Monticella, all’interno della quale son ostati recuperati i corpi dei coniugi. Una telecamera di videosorveglianza ha anche ripreso il passaggio del taxi di simeone seguita da un’altra auto, compatibile con quella di Riano. Infine, sempre secondo quanto sostenuto dagli investigatori, Riano si sarebbe recato successivamente a casa dei due coniugi, in Via Colonne a Melito, mettendola a soqquadro, nella speranza forse di trovare documenti e o altro materiale inerente la compravendita della appartamento. Sarebbe proprio il fallimento della trattativa per la cessione della casa di Via Colonne, il movente del duplice delitto

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