Rientravano da Grottaminarda dopo una lunga giornata di lavoro in un cantiere edile
gli otto operai rimasti coinvolti, ieri sera, nello schianto sulla A16. Il colpo di sonno dell’autista è
stato fatale per quattro degli otto passeggeri, tra cui i fratelli Antonio e Carmine D’Auria, che
percorrevano la Napoli-Bari in piena ora di punta. Erano da poco passate le 18 quando, secondo le
ricostruzioni, il pulmino avrebbe urtato la cuspide dell’uscita autostradale di Baiano, finendo la
corsa – oltre il guardrail – a circa 80 metri dal luogo dell’impatto. I fratelli Antonio e Carmine
D’Auria – il primo residente a Melito erano a bordo del minivan che ha interrotto la sua corsa al
chilometro 26 della A16. Intanto, questa mattina, attraverso i social, il Comune ha voluto
esprimere il cordoglio del Sindaco, Venanzio Carpentieri, e dell’amministrazione ai familiari delle
vittime: “Il Sindaco di Melito e tutta l’amministrazione – si legge esprimono profondo cordoglio
per la tragica scomparsa degli operai che hanno perso la vita nell’ incidente sull’A16. Ci stringiamo
ai familiari nel loro immenso dolore”.
Quello di ieri è stato, in un quadro più ampio, l’ennesimo episodio di una lunga serie che, negli
ultimi mesi, ha più volte portato Melito agli onori della cronaca.
Meno di due mesi fa, era il 30 marzo, la città si svegliò con la tragica notizia dell’omicidiosuicidio
di via Fratelli Kennedy, in quell’occasione fu la depressione di una donna, Anna Esposito, a
spegnere la vita sua e del suo piccolo figlio Gaetano di soli tre anni. Un duro colpo per la comunità
melitese che, a distanza di pochi giorni, come in un incubo, dovette assorbire prima la tragica
scomparsa di Mariagrazia Loffredo, che pose fine alla sua vita lanciandosi nel vuoto dal balcone
della propria abitazione in via Giulio Cesare, e poi lo shock del duplice omicidio dei coniugi
Simeone, trovati senza vita in una ex cava nei pressi di via Ripuaria a Giugliano.


