Processo in Appello per il gruppo di Giuseppe Setola, il boss dell’ala stragista dei Casalesi, che imperversò tra le provincie di Napoli e Caserta negli scorsi anni, mettendo a segno diversi omicidi ed estorsioni, prima di essere sgominato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. In primo grado o’ cecato ed i suoi affiliati ricevettero in totale oltre un secolo di carcere. La pena massima al capo, Giuseppe Setola, che ebbe 20 anni di reclusione. In secondo grado hanno presentato ricorso solo alcuni dei condannati, tra questi due giuglianesi: Massimo Amatrudi, da tempo ormai residente a CastelVolturno e Ferdinando Russo fratello di un albergatore del Lago Patria. L’inchiesta ruoti intorno alle denunce per estorsione ai danni di attività che si trovano sul territorio di Parete e Giugliano. A far cessare le continue ed esose richieste del gruppo criminale, un concessionario di moto a cui venne imposto di dare 100 mila euro di pizzo più la consegna di 15 moto per gli affiliati. Al rifiuto dell’imprenditore seguì un violento attentato a colpi di kalashikov contro la sua attività in cui vennero crivellate di colpi le vetrine e le moto in esposizione. La “squadra” di Setola era particolarmente violenta e si macchiò anche di diversi omicidi in un arco di tempo brevissimo che fecero scalpore anche a livello nazionale e che portò ad un’aumento degli sforzi per stanare il boss ed il suo gruppo di fuoco.
Giugliano. Processo in Appello per il gruppo di Setola
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