CALVIZZANO. Nuovi spogliatoi, spalti, riflettori e via di fuga. Partiranno domani i lavori per la ristrutturazione del campo «Italia» di Calvizzano, una delle strutture sportive più vecchie dell’hinterland giuglianese. Il costo dei lavori – circa 430mila euro – è interamente finanziato dalla Regione Campania. «Entro sei mesi restituiremo alla città una struttura che le è stata a lungo negata», dice il sindaco Giacomo Pirozzi.
Certo, quella del campo da calcio di via Pertini è stata una vita difficile. Inaugurato nel 1965, lo stadio è stato a lungo abbandonato. Decreti di chiusura, riaperture parziali, nuovi sigilli. L’ultima ordinanza risale al 2001: il campo fu interdetto per le precarie condizioni igienico- sanitarie degli spogliatoi. L’anno successivo fu riaperto, ma solo parzialmente, a causa degli spalti pericolanti. Attualmente la struttura è gestita da una scuola calcio, ma per il futuro l’amministrazione comunale ha altri progetti. «Vogliamo riaprire lo stadio all’intera città e ridare una casa degna alla squadra locale che attualmente milita in Eccellenza – dice l’assessore allo Sport Salvatore De Rosa –. Con i nuovi lavori anche Calvizzano avrà uno stadio all’avanguardia». Il tutto dotato di spogliatoi per i calciatori, infermeria, nuovi spalti per gli spettatori, punti di ristoro, area verde, parcheggi, vie d’esodo e una serie di percorsi che abbracceranno tutta l’area. Saranno anche realizzate strutture dedicate agli appassionati del pedale e ai corridori, ma anche uno spazio d’aggregazione utilizzabile per spettacoli non sportivi. L’impianto ristrutturato sarà gestito direttamente dal Comune o da una associazione pubblica. E rappresenterà una boccata d’ossigeno anche per le società sportive della zona, costrette a richiedere asilo presso strutture di altre città o a rivolgersi direttamente agli impianti privati.
I cantieri, assicurano in Municipio, saranno chiusi «entro i primi giorni di ottobre». «Bisognerà partire dagli spalti e dall’impianto di illuminazione – dice il primo cittadino –. Luci e fari sono in parte funzionanti, ma dagli anni Settanta non sono mai stati sostituti. L’impianto va rifatto daccapo».


