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giovedì, Marzo 28, 2024
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“La storia d’Italia non si cambia”. il 25 aprile a Qualiano

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“La storia d’Italia non si cambia”. E’ la ragione, spiegano i partiti del centrosinistra, che impone la mobilitazione anche in città per celebrare l’anniversario della Liberazione. Così, nella giornata di ieri, tutti i rappresentanti della sinistra locale sono scesi in piazza “per ricordare e far rivivere la storia e le glorie del 25 aprile”. Una mostra fotografica è stata allestita nello spiazzo antistante la chiesa di Santo Stefano, in piazza Gabriele D’Annunzio da tutti i partiti di minoranza: Ds, Rc, Sdi e Margherita. Sul filo della memoria le foto storiche, le pagine dei giornali d’epoca, le lettere dei prigionieri della Resistenza. Un excursus degli anni drammatici del conflitto, dell’eroico coraggio di tanti patrioti, della liberazione dalla dominazione nazista.
“Le celebrazioni del 25 aprile – spiegano i giovani di Rc- assumono un nuovo impegno in un momento in cui la libertà, la democrazia, i diritti dei lavoratori corrono seri pericoli. Ci sentiamo vicini in questo giorno – aggiungono- a tutti quei popoli che sono in lotta per la libertà, per questo più forte deve essere il nostro impegno contro il rischio di una guerra generalizzata”. Fa da colonna sonora alla mostra la canzone “Bella ciao”, il vecchio nobile inno partigiano diventato lo slogan degli ultimi giorni. L’assenza dell’ amministrazione indigna le forze di minoranza: “Il sindaco Schiano (CdL) e i suoi lasciano nel silenzio più totale il paese in un momento così difficile, quando è forte lo spettro del fascismo – accusano i segretari dei partiti di opposizione- . Non un’iniziativa , non un manifesto in una data di valenza nazionale così importante”. Rincara il consigliere Del Giudice (Ds): “Sembra un paese caduto nella logica medioevale: basti pensare alla cappa di potere che minacciosamente si addensa, allo svilimento dei cittadini, all’abbassamento di tutti gli indici sociali e culturali. Contro la negligenza dell’amministrazione dobbiamo erigere la bandiera della partecipazione e della memoria”. E nel giorno della Liberazione giungono gli echi di un qualcosa, il fascimo, che non è stato dimenticato, rimosso. Basti pensare alle decine e decine di croci celtiche, alle lodi a Mussolini che da anni campeggiano e si moltiplicano sui muri della cittadina.
Gli organizzatori della mostra fotografica si dicono soddisfatti dell’esito della manifestazione e della risposta dei residenti.Anche se per molti, studenti in primis, il 25 aprile vuol dire solo “ponte”. Alla domanda “cos’è la Liberazione?” tra i ragazzi delle scuole locali liberi da interrogazioni e libri c’è chi risponde che «è una tradizione» e chi arrossisce trincerandosi dietro un “mah…”.

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