INTERNAPOLI. Il caro petrolio affonda la bilancia commerciale italiana e alimenta i prezzi tenendo l’inflazione sopra il 2%. Doveva essere un autunno di ripresa economica per l’Italia, il presidente Ciampi alcuni giorni fa aveva parlato di ripresa in corso e di buone prospettive per l’Italia, ma il dato Istat sul Pil italiano diffuso ieri, +0,3% a livello trimestrale e +0,0% a livello annuale, non indica una chiara ripresa anche se sembra sostenere una migliore previsione per l’anno prossimo. La crescita italiana è debole soprattutto nei confronti dell’Europa che viaggia a un ritmo dell’1,3% e che potrebbe addirittura spingere la Banca Centrale Europea ad aumentare i tassi di interesse, aggiungendo al danno la beffa. In questo panorama, la notizia che a partire da gennaio aumenteranno ulteriormente i prezzi del gas e dell’energia non fa certamente un buon effetto sul clima di fiducia delle famiglie italiane. Sembra dunque che si stia avvicinando un Natale tra i più difficili degli ultimi anni, soprattutto per chi vive di commercio. Cosa facciamo? Facciamo ripartire l’edilizia residenziale pubblica oppure facciamo più liberalizzazioni e più mercato? Sarà un caso, ma gli economisti preferiscono la seconda, i politici la prima ipotesi.
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