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giovedì, Aprile 25, 2024
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SMOG, UN ANNO
DI VITA IN MENO

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INTERNAPOLI.
La notizia è stata riferita da Carlo Iacovini ,presidente di Euromobility, l’associazione dei “mobility

manager”. Il 40% della popolazione residente nelle aree urbane con più di 20.000 abitanti delle 15 nazioni che componevano

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l’Unione Europea fino allo scorso anno (90 milioni di persone) è esposto ogni giorno a un livello di Pm10 (polveri con un

diametro inferiore o uguale a 10 micron) superiore alla soglia prevista dalla normativa in vigore. Lo studio di Euromobility

ha anche previsto che nel 2010 la popolazione di quest’area esposta a livelli di inquinamenti sopra il limite arriverà a 117

milioni di persone, cifra che toccherà i 190 milioni nell’Europa a 25.
L’analisi della ricerca è allarmante. Essere esposti in modo continuativo ai nocivi livelli di Pm10 può provocare fino ad un

anno di vita in meno. Il particolato provoca effetti soprattutto sul sistema cardiocircolatorio, riducendo di otto mesi e

mezzo la vita, una cifra che diventa più alta in Germania (10) e in Italia (9), e 13.000 morti fra i bambini di età fra 0 e 4

anni sono attribuibili ogni anno all’esposizione delle polveri sottili. La concentrazione maggiore di Pm10 si registra nei

centri urbani, ma è estremamente alta (fino al 30% in più) nei pressi delle autostrade e delle principali strade urbane. Si

pensi alle persone che vivono lungo il viadotto della tangeziale di Napoli.
Il problema non è circoscritto solo alle aree urbane o ad alta concentrazione di automobili, ma si estende anche nei pressi

delle grandi stazioni ferroviarie e degli aeroporti: uno studio nell’ area ferroviaria di Parigi (100.000 viaggiatori medi al

giorno) ha evidenziato che l’uso di locomotive a gasolio per la movimentazione locale contribuisce fino al 33% del

particolato presente in un raggio di un km dalla stazione. Inoltre la concentrazione di Pm10 aumenta sensibilmente entro un

raggio di 10 km dagli aeroporti, con aumenti oltre il 10%, non solo a causa di decolli e atterraggi, ma anche per il flusso

di veicoli privati e commerciali che queste infrastrutture richiamano.
I trasporti incidono per il 70% sulle emissioni di Pm10, e in Italia ci sono 60 veicoli per 100 abitanti, la percentuale più

alta d’Europa e quasi come gli Stati Uniti. Una risposta efficace è l’utilizzo del metano (piombo, zolfo, particolato e

benzene sono praticamente assenti), ma anche quello delle due ruote elettriche (in quattro anni, con circa 6-8.000 km annui,

il maxiscooter elettrico permette un risparmio sul ciclo di vita fino al 25% rispetto a un maxiscooter tradizionale) e del

biodiesel (nel 2004 ne sono state prodotte in Europa 1,93 milioni di tonnellate, oltre la metà delle quali in Germania, dove

cè’ l’esenzione totale di accisa senza limiti di contingente).
Lo studio mette in luce una situazione davvero allarmante, l’unico modo per riuscire ad arginale questa deriva ambientale è

un forte ed auspicabile intervento da parte dello stato. Servono incentivi, ricerca scientifica e una forte collaborazione

tra le nazioni industrializzate e quelle meno attente alla salute dell’ambiente.

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