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lunedì, Maggio 13, 2024
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SANT’ANTIMIO: BARISTA UCCISO, IDENTIKIT DEL KILLER
Si cerca un uomo di mezza età. Motivi personali alla base del raid

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SANT’ANTIMO. Cinquant’anni, forse sessanta, capelli grigi, 1,70 di altezza. Il killer che venerdì sera ha ucciso il titolare del bar «Gelo» di Sant’Antimo è un distinto signore di mezza età. Quando è entrato nel locale di via Di Martino indossava un cappotto marrone. Così lo descrive la barista ucraina che era dietro il bancone. La donna, 23 anni, in Italia con un regolare permesso di soggiorno, è al momento l’unica testimone di un omicidio apparentemente senza spiegazioni. E anche se la pista camorristica è praticamente accantonata, nessuno si è fatto avanti per agevolare le indagini. «Nessuno ha visto – spiegano gli investigatori che seguono il caso – nessuno ha sentito». Eppure, raccontano a Sant’Antimo, all’interno del locale c’erano altri clienti: assistevano alla diretta tv di Perugia – Napoli assieme al titolare, il 57enne Carlo Cascella. L’uomo è stato colpito alla testa da due colpi di pistola calibro 38 esplosi a distanza ravvicinata. Un’esecuzione in piena regola, un omicidio efferato. Il titolare del bar si è accasciato a terra in un lago di sangue, mentre il killer è fuggito verosimilmente a piedi in direzione del santuario. Un lavoro rapido, veloce, indolore: dal momento in cui l’assassino ha messo piede nel bar a quello in cui è uscito sono passati cinque secondi. Dal luogo dell’omicidio si sono allontanati velocemente anche i clienti. Ed è toccato all’aiutante ucraina avvertire i carabinieri.

I militari della compagnia di Giugliano e quelli della tenenza di Sant’Antimo hanno subito avviato le indagini. La pista più battuta resta quella della vendetta personale. Ma è ancora presto per dirlo, avvertono gli investigatori. Nella notte tra venerdì e sabato sono stati ascoltati il figlio maggiore e il genero della vittima: una lunga sfilza di domande per cercare di risalire alle eventuali inimicizie di Cascella. Sposato, quattro figli, una vita dedicata al lavoro e alla famiglia: a Sant’Antimo lo ricordano così. Per diverso tempo il 57enne ha gestito un negozio di elettrodomestici in via Trieste e Trento; poi, alcuni anni fa, ha deciso di rilevare il bar «Gelo». E’ uno dei locali più frequentati in città, spiegano alla polizia municipale, e deve il suo nome all’alta qualità dei gelati. Ma il movente dell’omicidio non è da ricercare nell’attività commerciale dell’uomo, né sarebbe da ricondurre ad un tentativo di rapina. La chiave del delitto – fanno capire i carabinieri – è negli affetti, nelle amicizie. Un cerchio che potrebbe stringersi già nelle prossime ore con l’emissione di un provvedimento di custodia cautelare.

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UF – IL MATTINO 4 DICEMBRE 2005

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