La Napoli di Eduardo con le sue miserie e i suoi splendori, con i suoi personaggi che vivono in un mondo sospeso su un labile confine tra la commedia e la
tragedia. Tutto questo è una delle commedie di De Filippo più amate dagli appassionati di teatro, non solo partenopei. Tutta la drammaturgia del grande
autore e attore napoletano è stata portata in scena ieri sera alla tensostruttura di via Napoli a Villaricca, dalla compagnia teatrale “Il giovane attore” diretta dal duo in regia Tommaso Di Nardo-Mimmo Cacciapuoti. Un copione
teatrale difficile da interpretare, ma che grazie all’ottima interpretazione dei vari componenti del cast, ha saputo regalare momenti di sana comicità alternati
a momenti di toccante e “difficile” neo-realismo napoletano. La storia di
Pasquale Lojacono, che vive e lotta quotidianamente con le sue paure ed incertezze, ma che non fanno morire mai in lui la sua proverbiale speranza, in “un’anima buona” che provveda per lui e le esigenze della sua famiglia.
I giovani della compagnia fondata da Tommaso Di Nardo, che già si sono cimentati
in passato con altri autori quali Scarpetta, Viviani, Di Maio e Rescigno, hanno
saputo trasportare il folto pubblico, oltre quattrocento presenze, nella vita
quotidiana del protagonista, che vive con una moglie infelice e allo stesso
tempo appagata dal suo ricco amante. Quest’ultimo, sposato e con due figli, abbandona tutto per seguire quell’ideale d’amore osteggiato dal perbenismo
dell’epoca. Lojacono perso tra le sue preoccupazioni e difficoltà economiche e
dal non sapere distinguere tra chi è un uomo vero o un fantasma, si contenta
delle somme di danaro che il facoltoso spasimante della moglie gli fa trovare in
casa. Il racconto è arricchito dalla macchiettistica presenza del portiere-pulcinella, pronto ad approfittare delle paure del protagonista e dalla
“cadaverica” presenza della famiglia abbandonata dall’amante della moglie di
Lojacono. Tra questi da sottolineare il tragico monologo della moglie
abbandonata, che presa dalla disperazione per la perdita del marito ( e della posizione sociale) tenta il suicidio avvelenandosi.
Ma il centro della commedia è senza dubbio il balcone della casa dal quale si affaccia il protagonista, per colloquiare con l’onnipresente professor Santanna. Questi non appare mai in scena, ma ricopre un ruolo fondamentale , diventando il simbolo di come nella vita in pubblico conti apparire in un modo per poi
chiudersi nelle proprie miserie private. E qui Tommaso Di Nardo, che ricopriva il ruolo di Pasquale Lojacono, è riuscito a mostrare alla perfezione la
disperazione che prova il suo personaggio, nel perdere le poche certezze della sua, in una magistrale e coinvolgente scena finale, che ha strappato un applauso degno dello svolgimento di tutti e tre gli atti. Al termine della commedia il regista Mimmo Cacciapuoti, originario di Mugnano, ha voluto sottolineare “che il vero teatro è quello amatoriale, con le compagnie che riescono a fondere insieme amore e sacrificio, per portare in scena un pezzo teatrale e secondo me, il nome deriva proprio da questo: dal viscerale amore che ognuno di noi profonde nel portare al pubblico il piacere di andare al teatro e di diffondere la cultura delle manifestazioni teatrali”


