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giovedì, Marzo 28, 2024
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REFERENDUM/1. SCIALO’ (SPAZIO ASPASIA): «NO ALLO SQUILIBRIO DEI POTERI»

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L’associazione “Spazio Aspasia”, in unione con il Prc, si è impegnata nella diffusione di una corretta informazione, per la campagna referendaria, a favore del No. Il comitato per il No, formatosi nella prima decade di giugno, ha realizzato diverse manifestazioni-comizio.
Domenica 18, c’è stato l’incontro-dibattito, in P.za Maione a Villaricca. Lunedì 19 allo Chalet “5 stelle”, in piazza Gramsci a Giugliano, si è tenuto un importante dibattito, introdotto da Giuseppe Mariniello, e che ha visto tra i partecipanti, Russo Spena, il noto parlamentare.
Ieri sera, invece, ancora in piazza Gramsci a Giugliano, c’è stata la chiusura della campagna referendaria, accompagnata da un comizio che ha visto, tra i partecipanti, i principali membri sia della locale associazione femminile che del Prc. Tra i membri di “Aspasia”, si è particolarmente distinta Rosanna Scialò. Membro di “rifondazione comunista” e insegnante di diritto presso l’ IPSIA “Marconi” di Giugliano , ha attivamente costituito la linea di informazione per il No.




Rosanna Scialò, lei oltre che membro di “rifondazione comunista” e insegnante di diritto è soprattutto , per noi, oggi, rappresentante dell’associazione “Spazio Aspasia”. Quali sono le ragioni per cui votare No?

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L’associazione “Aspasia” è un’associazione collocata nel Centro-sinistra. Quindi, il nostro è un orientamento sia politico che sociale ben definito.
In seguito noi socie dell’associazione ci siamo riunite, per definire la nostra adesione al Comitato per il “No”, mettendo in risalto le opinioni di ciascuna di noi.
Siamo state tutte unanimemente concordi, nello schierarci per il No, sia a livello individuale che come associazione ed attivamente, con la partecipazione alle iniziative in merito. Noi donne ci riteniamo portatrici di una differenza, che è quella della solidarietà e dell’uguaglianza, come soggetti deboli dal punto di vista sociale e delle opportunità. Riteniamo che sia una riforma che intacchi appunto i principi di uguaglianza e solidarietà, principi che noi donne sosteniamo in modo particolare.



E a chi, invece, ritiene che sia possibile, votando si, esaltare le peculiarità di ogni singola regione, dando vita ad uno Stato più libero ed elastico, lei cosa risponde?

Io ritengo che l’organizzazione unitaria dello stato italiano, così come si evince dalla Costituzione attualmente in vigore, sia già un assetto che consente a tutte le regioni di esprimere le proprie peculiarità. Io non vedo questo soffocamento e questo centrismo dello Stato, attualmente. Basti pensare alle figure dei nostri presidenti regionali. Sono diventati dei governatori, sono soggetti, cioè, con dei poteri propositivi, poteri di progettazione, legati ai bisogni regionali.
Non credo che la riforma voglia dare un maggior rilievo, esaltare, per così dire, le peculiarità delle singole regioni. Ritengo che si tratti, piuttosto di un elemento secessionistico, separatista.
Anche a livello economico, si passerebbe da un’economia che vede attuare nello Stato una politica “interventista”, o meglio, di “solidarietà sociale”, ad una politica liberista che non prevede alcun freno,e che vede la possibilità di accumulo di risorse solo per pochi.( politica capitalista)


Ci si avvicina quasi alla nota e tanto temuta devolution.

Difatti. Le devolution, così viene chiamata la riforma, vengono attuate in quegli Stati, anche molto ampi, in cui c’è bisogno di devolvere determinati affari alle regioni, per questioni di lontananza dal centro,per problemi di non conoscenza delle tematiche dei territori a causa della grandezza degli stessi. Si tende così a raggruppare questi stati federali autonomi in base a delle tematiche comuni, quali la politica, o il sociale.
Nel nostro caso, la devolution non è altro che l’esplicarsi di un sentimento, come detto prima, separatista, scissionista.


In ultima istanza, se dovesse fare un appello ai cittadini, per convincerli a votare no, anche tenendo conto dei messaggi forniti negli ultimi giorni dai media, su cosa punterebbe?


Innanzitutto sollecito un ascolto attento anche alla pubblicità, secondo me demagogica, populistica ed ingannevole.
Questa riforma in merito alla quale siamo chiamati a votare, con un si o con un no, riguarda ben 53 articoli che riformano la Costituzione. Quindi, un ascolto non solo attento ma anche critico, nei confronti non solo della pubblicità che, ripeto, è demagogica ed ingannevole, ma anche nei rispetto alle dichiarazioni che sono state fatte dal Centro-destra.
Questa riforma non vuole soltanto ridurre il numero dei rappresentanti al parlamento. Questa riforma crea uno squilibrio nell’assetto dei poteri, alterando quell’equilibrio sottile e prezioso che la Costituzione Italiana del 1948 era riuscito a realizzare. Bisogna rendersi conto che la materia costituzionale, che è la norma fondamentale dello Stato, di cui non tutti possiamo parlare e/o decidere, è materia che va discussa in ambito parlamentare. Non è materia che va decisa con un Si o con un No anche da parte di persone che, mi scuso nel dirlo, possono non saperne nulla, proprio perché non tutti siamo tenuti a conoscere i meccanismi che determinano la costituzione di un paese.

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