Potere di una sfida che è, a prescindere, “di serie A”. Una sfida che sa di magico, che trasforma da sempre in passione i guai antichi di una città complessa. Non servirà l”esercito per contenerne la passione. Al san Paolo, lunedì sera, ci sarà il tutto esaurito.
L’antipasto del 27 agosto scorso (match vinto ai rigori, in Coppa Italia) non ha saziato i partenopei. La posta in palio, stavolta, sarà molto più alta. Di fronte, un’altra Juventus. Lo sa benissimo Edy Reja, che in 7 giorni si giocherà classifica e panchina, ci è abituato. De Laurentiis ha chiesto punti e riscatto con la Signora: la caduta di Bergamo con l’Albinoleffe non è proprio andata giù. Dopo la Juve, Parma in coppa e Bari in campionato. Un tour de force da brividi per chi da sempre vacilla.
Atmosfera diversa in casa bianconera, nella settimana del 109esimo compleanno. Del Piero si coccola, uno per uno, i suoi duecentoun gol juventini, Buffon si gode l’ennesima candidatura al prossimo Pallone d’Oro (dopo Platini, glielo darebbe pure Papin, un altro francese&hellip); Deshamps si immagina l’aggancio al primo posto in classifica, dopo aver rincorso il penultimo per settimane. Dieci vittorie e due pareggi è il bottino stagionale della Signora, che non perde una partita (rigori col Napoli a parte) dal 28 marzo scorso, 0-2 a Londra contro l’Arsenal, in Champions League.
L’ultima sfida di campionato al San Paolo, finì 2-1 per i bianconeri: era il primo ottobre del 2000, decise – indovinate un po’ – un gol di Del Piero. Il campione che è rimasto, l’ultimo legame vivo tra i Maradona, i Platinì, le sfide scudetto degli anni Ottanta e questa partita. Napoli-Juve: basta la parola.
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