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MELITO: VOTO E CAMORRA, L’EX SINDACO DI GENNARO A GIUDIZIO

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Andranno a giudizio per difendersi dalla gravissima accusa di aver cercato di condizionare le elezioni del 2003 per conto della camorra. L’ex sindaco Giampiero Di Gennaro, 41 anni, eletto nella Margherita, ha chiesto il rito abbreviato, mentre affronteranno il processo il 20 dicembre Alfredo Cicala, primo cittadino di Melito dal ’90 al ’93 e segretario cittadino della margherita, Luca Mascia, ritenuto un esponente del clan Di Lauro, Salvatore Chiariello, luogotenente degli scissionisti, più conosciuto con il soprannome «’o boxer» e Francesco Maisto. L’inchiesta risale al novembre 2005, quando per ordine dei pm antimafia Beatrice e Del Gaudio i carabinieri eseguirono 5 ordinanze di custodia cautelare. Secondo le indagini della procura, la tornata elettorale del 2003 (quella durante la quale fu eletto al ballottaggio il sindaco Di Gennaro) fu pesantemente influenzata dalla camorra. La criminalità organizzata avrebbe impedito o condizionato il libero esercizio del voto attraverso una serie di intimidazioni. Minacce, pestaggi e addirittura manifesti di lutto per l’avversario politico di Di Gennaro, Bernardino Tuccillo candidato di Rifondazione comunista. Per gli investigatori, uno dei mandanti delle minacce sarebbe stato Federico Bizzarro, capozona a Melito del clan Di Lauro fino al 26 marzo 2004, quando fu ammazzato con la presunta complicità di Alfredo Cicala, arrestato nel dicembre dello stesso anno nell’ambito dell’inchiesta sulla guerra di camorra di Scampia. Proprio Cicala, attraverso Chiariello e Mascia, sarebbe stato il «referente politico» della camorra: l’uomo a cui delegare gli avvertimenti. Durante la campagna elettorale diversi candidati, secondo l’inchiesta, furono obbligati a ritirare le candidature; molti elettori vennero malmenati. E lo stesso Tuccillo, rivale di Di Gennaro al ballottaggio, fu oggetto di una clamorosa intimidazione: alcune decine di manifesti a lutto con il suo nome vennero affissi nelle strade della città. In questo clima di violenza, i carabinieri avviarono un’inchiesta con la Dda per inquinamento mafioso del voto.



AMALIA DE SIMONE – IL MATTINO 7 NOVEMBRE 2006

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